Ricardo Franco Levi ha rassegnato le sue dimissioni come commissario straordinario del governo per l’Italia, paese ospite d’onore alla Buchmesse di Francoforte, con una lettera al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. A determinare questa scelta, la polemica nata oggi da un articolo di Libero, che accusava Levi di aver assegnato la comunicazione per l’Italia alla Fiera del libro di Francoforte alla Ifc Next, società belga in cui lavora il figlio. Appena due settimane fa, il commissario straordinario era stato al centro di un’altra polemica, quella sul «caso Rovelli». 

Sangiuliano ha commentato le dimissioni, precisando di «non essere il soggetto istituzionalmente abilitato ad accettare tali dimissioni, pur condividendo la necessità di dare discontinuità a questo incarico dopo le recenti polemiche». Il ministro, che ha ringraziato Levi per la «sensibilità dimostrata e il lavoro svolto finora», ha aggiunto che informerà il governo per concordare la nomina di un nuovo commissario.

Le controversie pregresse

La questione della partecipazione di Carlo Rovelli alla Buchmesse ha fatto molto scalpore. Dopo il suo intervento al concertone del Primo maggio, in cui il fisico aveva rivolto delle pesanti critiche al ministro della Difesa, Guido Crosetto, il discorso che Rovelli avrebbe dovuto tenere alla cerimonia d’apertura della Fiera di Francoforte è stato cancellato. Lo stesso Rovelli ha messo in correlazione, in un post su Facebook, la sua esclusione con i commenti scomodi sulle scelte del governo in merito a finanziamenti bellici. 

Nemmeno l’Associazione editori italiani (Aie), di cui Levi è presidente, ha mai appoggiato la decisione e, appena ventiquattr’ore dall’invio della lettera, il presidente dell’Aie ha fatto dietrofront e nuovamente invitato Rovelli alla Buchmesse. 

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