In Francia cresce l’indignazione per gli episodi, sempre più frequenti, nei quali alle donne viene “suggerito” di coprirsi perché «se ti scopri attiri molestie». Succede nei musei, al mare e soprattutto nelle scuole. Dalle studentesse alle femministe, le donne rivendicano la libertà di vestirsi come vogliono
- I licei, i musei, le spiagge: in Francia si susseguono i casi in cui le autorità interdicono l’ingresso alle donne per il loro abbigliamento, o addirittura insinuano che un vestito scoperto istighi alla molestia.
- Le liceali francesi per tutta risposta si sono presentate a scuola in top, minigonna, scollatura: ne è nato un movimento, #lundi14septembre, per affermare la libertà di vestirsi come si vuole.
- Anche in un liceo romano è nata una protesta simile. Intanto a Strasburgo una ragazza è stata presa a pugni e chiamata «puttana con la gonna». Le femministe insorgono: «Il punto non è la gonna!».
«Ripetete con noi: il problema non è la gonna!», twittano infuriate le femministe francesi. Da quando una gonna può essere considerata un problema? I fatti. Élizabeth è una studentessa di ventidue anni e il 18 settembre, nel primo pomeriggio, sta rientrando a casa. In piena Strasburgo, viene assaltata da tre uomini, coetanei: il primo fa agli altri, «guardate questa puttanella con la gonna». La ragazza con fermezza dice: «Come, scusa?». «Fottiti, troia, adesso abbassa gli occhi e stai zitta», si



