I carabinieri di Trapani e il personale della Direzione Investigativa Antimafia hanno arrestato Giuseppe Costa accusato di avere costruito dietro casa sua la cella dove fu rinchiuso il piccolo Giuseppe di Matteo prima che venisse ucciso e sciolto nell'acido nel 1996. Costa è ora indagato per per associazione a delinquere di tipo mafioso in quanto appartenente a Cosa nostra. I militari hanno perquisito anche l’abitazione dell'uomo, in località Purgatorio di Custonaci, in provincia di Trapani, dove lo stesso aveva realizzato in muratura la cella in cui venne segregato il piccolo, figlio dodicenne del collaboratore di giustizia Mario Santo.

Il caso Di Matteo

Giuseppe Di Matteo fu rapito nel novembre del 1993 per convincere il padre ex membro di Cosa nostra poi pentitosi a ritirare le accuse contro i suoi ex compagni. In particolare l’ordine del rapimento partì da Giovanni Brusca preoccupato dalle rivelazioni che il padre del ragazzo stava facendo sul suo ruolo nella strage di Capaci. Il ragazzo fu poi strangolato e sciolto nell’acido nel gennaio del 1996. Uno dei suoi carcerieri, Cataldo Franco, è stato condannato all’ergastolo, ma durante l’emergenza dovuta al primo lockdown è stato trasferito ai domiciliari.

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