Le mafie godono di buona salute perché coltivano i rapporti al di fuori dell’organizzazione e sono protette dai complici esterni: professionisti, magistrati e agenti infedeli, massoni, imprenditori. La vicenda di Antonello Montante, che è anche sotto indagine per concorso esterno in associazione mafiosa, è una delle storie in cui si intrecciano forze criminali e potere istituzionale.

Più caratteristiche di altre, certo, perché Montante è stato per molti anni coccolato dall’antimafia dei tribunali e da quella dell’associazionismo e persino dall’informazione, che con l’allora paladino della legalità aveva smesso di essere cane da guardia della democrazia. La democrazia muore nelle tenebre, è il motto del Washington Post, e con Montante e il suo sistema per molto tempo è stato così.

Oltre Montante però c’è di più. C’è la ‘ndrangheta in Trentino che va a cena con giudici e presidenti di tribunale. Non in Calabria, come anche è accaduto, ma lì, all’ombra delle Alpi. C’è la ‘ndrangheta emiliana che ha raccolto voti per politici di destra e di centro, organizzando cene e distribuendo volantini elettorali. In Lombardia c’è un patto ormai consolidato tra famiglie mafiose e politici, lo dicono sentenze definitive della Cassazione. In Piemonte e Liguria uguale. Lo stesso vale per il Lazio, con Roma laboratorio di accordi criminali e politici fin dagli anni Settanta.

Il paese sta affrontando una crisi senza precedenti. Il Covid-19 ha messo a dura prova il sistema economico e la capacità di chi governa a sostenere le fasce deboli, le prime vittime delle organizzazioni mafiose. Chi è sotto ricatto, chi non è libero dai bisogni, è difficile che si opponga alle proposte delle cosche: che siano voti da dare per pochi euro o per un posto di lavoro in nero o azioni da compiere utili al gruppo mafioso. In cambio chi non ha niente avrà le briciole messe sul piatto da chi governa informalmente un determinato territorio. I sistemi criminali si rafforzano quando ci sono le crisi economiche e finanziarie.

Perché sono gli unici a mantenere le ricchezze nei loro forzieri. Risorse che usano per prestare soldi a chi non ne ha. Agli imprenditori per esempio o ai ristoratori, con la clausola che quell’azienda diventerà del clan.

 

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