Tra le quattro e le sei del mattino sono caduti 31 millimetri d’acqua a Milano. Non ci sono vittime, ma molte strade si sono allagate a causa dell’esondazione del fiume Seveso in zona Niguarda. Sono 170 per ora gli interventi fatti dai vigili del fuoco per allagamenti di strade, sottopassi e scantinati. Anche a Meda nel monzese è esondato il fiume Tarò. A Mediglia, in provincia di Milano, i vigili del Fuoco di Gorgonzola (Milano) hanno soccorso una donna rimasta bloccata in auto con i suoi due bambini a causa di un albero caduto per il forte vento.

Brescia è invece per adesso sotto controllo. Temendo una possibile esondazione del fiume Caffaro sono state evacuate circa 350 persone, mentre il lago d’Idro ha raggiunto il livello di guardia già ieri e per questo da mezzanotte erano state aperte le chiuse, così da mantenere la struttura in sicurezza.

Il lago di Como è esondato questa mattina intorno alle 11.20 in piazza Cavour. La Protezione Civile lo stava monitorando da tutta la notte e aveva montato barriere su Lungo Lario Trento e Trieste e davanti alla stessa piazza Cavour, che però non sono bastate.

In Versilia, intorno alle 21 di sera si è abbattuta ieri una tromba d’aria, anche in questo caso nessuna vittima, ma diversi disagi: una quindicina di tetti scoperchiati, diverse vetrine di attività commerciali danneggiate e qualche allagamento.

Toscana 

Un downburst ha colpito la provincia di Viareggio, a Torre del Lago, scoperchiando 15 edifici. Si tratta di un insieme di forti raffiche di vento, profondamente diverso dalla tromba d’aria. In quest’ultima si verifica la rotazione di una massa d’aria dalla nube al suolo che porta al prolungamento verso il basso della nube stessa con la classica forma a imbuto.

Nel downburst, invece, le raffiche di vento scendono con moto orizzontale, la corrente è molto forte e raggiunge velocemente il suolo, schiantandosi e provocando uno scoppio (burst). Dopo lo scoppio l’aria si espande orizzontalmente a velocità che superano facilmente i 100 km/h.

È un fenomeno tipico dei cambi di stagione in cui l’aria calda sale e contemporaneamente quella fredda che si trova più in alto scende come in un corridoio. Questo crea l’effetto dello scoppio.

Oggi il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha detto: «Il sistema ha retto nonostante tutta l'acqua che è venuta, soprattutto sulla costa. Addirittura, in Lunigiana pare che ieri sia scesa tutta la pioggia che solitamente si registra a novembre».

Il fiume Magra, in effetti, non è esondato, la motivazione secondo Giani è legata ai «lavori fatti dal 2011, dopo l’alluvione di Aulla, è la dimostrazione che quando si previene attraverso le opere idrauliche, anche situazioni molto problematiche consentono di essere affrontate reggendo l’urto».

In particolare, il presidente fa la differenza con ciò che è successo ieri in Emilia-Romagna, dove sono esondati i fiumi di Parma e Piacenza «qua il Magra era pieno ma non è esondato ed è la stessa acqua: siamo nel crinale degli Appennini, parliamo di una distanza di 40 chilometri in linea d'aria».

Friuli Venezia Giulia

La regione è stata colpita da fortissimi venti: in quota sulla zona montana sono state registrate raffiche di vento da sud fino a 140-150 km/h, mentre su costa e pianura lo Scirocco ha soffiato sostenuto con raffiche fino a 75-80 km/h nella prima parte della notte. La situazione ha provocato danni e disagi e cadute di alberi.

Sulle Prealpi Carniche in una sola giornata sono caduti tra i e 150-200 mm di pioggia. A Trieste il livello del mare è salito fino a raggiungere i bordi dei ponti (e della strada) in Canal grande. In pianura la Protezione civile ha segnalato uno smottamento a Savogna, nelle Valli del Natisone (Udine) lungo una strada comunale.

Il fronte freddo che ha colpito il Friuli Venezia Giulia nella notte però dovrebbe essersi ora spostato in Slovenia.

Trentino

Il maltempo sta causando ritardi sulle linee ferroviarie. La ferrovia “Trento-Malè” è stata interrotta precauzionalmente nel tratto tra Trento e Mezzolombardo a seguito dell'attesa piena del fiume Adige, ma sono già stati predisposti dei bus sostitutivi. Il fiume nel frattempo ha raggiunto la piena nei pressi di Rovereto.

Veneto

Anche qui i vigili del fuoco hanno compiuto numerosi interventi: ottanta in tutta la regione per alberi abbattuti o pericolanti, smottamenti e danni d'acqua. A Venezia alle 23,05 l’acqua ha toccato una massima di un metro e 54 centimetri, misurati alla diga sud del Lido. L’alzata delle paratoie del Mose ha tenuto fuori dalla laguna l’onda di marea, mantenendo nel bacino interno un livello di 75 centimetri. Così il centro storico non è stato toccato dall’acqua.

Danni all’agricoltura

La Coldiretti ha contato che «in sole 24 ore si sono abbattuti 25 eventi estremi tra nubifragi e grandinate, portando cosi i danni alle coltivazioni agricole nel 2023 a oltre 6 miliardi di euro»

«La situazione di difficoltà – sottolinea la Coldiretti – è resa evidente dalle piene dei fiumi dopo fortissime piogge che il terreno, dopo un lungo periodo di caldo e siccità, non riesce ad assorbire».

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