I piatti delle feste, Natale e Capodanno, non sono solo tradizioni gastronomiche, sono simboli, che vanno ben oltre il loro significato iniziale e vengono usati in politica per lanciare messaggi che superano la gastronomia senza distaccarsene mai completamente. Ecco i più noti.

I tortellini

Il cucchiaio d’argento ci ricorda che i tortellini in brodo sono tipici della tradizione dell’Emilia-Romagna, ma ormai sono diventati un must di tutte le tavole delle feste. Tra i più noti tortellini, quelli dell’ex premier “tecnico” Mario Monti. Il Capodanno “sobrio” di Palazzo Chigi fece notizia, Monti infatti rispose a un’interrogazione del leghista Roberto Calderoli con una nota nella quale specificava che la moglie Elsa aveva comprato la pasta ripiena di tasca sua senza pesare sugli italiani. I tortellini sono un’istituzione.

©Sara Scarpa

Il Capitone

Un piatto diffuso in centro-sud è “il capitone”. Si mangia sia in Campania, che in Lazio o in Umbria, ma viene associato soprattutto a Napoli. Si può cucinare in vari modi, ma quello più di moda è fritto. Il piatto viene consumato anche come portafortuna, tuttavia all’ “Anguilla anguilla”, nome scientifico di questa specie, l’usanza non porta bene, infatti questo pesce, è a rischio estinzione. Per Coldiretti tornerà a tavola anche quest’anno. Il termine viene utilizzato ormai per prendere in giro il leader della Lega Matteo Salvini, che invece si fa chiamare “Capitano”. 

Panettone

Ormai “arrivare a mangiare il panettone” è diventato un modo di dire che significa “arrivare a Natale”, resistere. In politica, soprattutto quando c’è aria di crisi, è una delle frasi più comuni. Il dolce tipico della Lombardia è così contemporaneamente il simbolo delle feste e un termine cronologico. Andando avanti con il tempo non si esclude che si possa caricare di altri significati, come ha segnalato l’account social Hipster Democratici con una rigida tabella “pandoro o panettone”. Se mangi il panettone sei di sinistra, se preferisci il pandoro sei di destra.

Il Befanino

La new entry di quest’anno è il Befanino. Questi biscotti tipici della Toscana, e più specificamente della Versilia, vengono consumati per concludere le feste e scambiati, come suggerisce il nome, per l’Epifania, la festa della Befana. Il toscanissimo capogruppo del Pd, Andrea Marcucci, rispondendo l’8 dicembre in radio sul governo assicurò che Giuseppe Conte sarebbe arrivato a mangiare tranquillamente «anche il pandoro e il 'Befanino' che si fa dalle mie parti». Una nuova tappa temporale che supera il panettone.

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