Gli studenti sono tornati in oltre 40 piazze di altrettante città italiane per protestare pacificamente contro le violenze subite dalla polizia, contro l’alternanza scuola/lavoro e contro gli esami scritti di maturità che, sostengono, ignorano gli effetti che due anni di pandemia hanno avuto sulla loro preparazione.

Secondo gli organizzatori, oltre 100mila ragazzi hanno sfilato in tutta Italia. A convocare la manifestazione sono stati gruppi più istituzionali, come la Rete degli studenti medi, vicina al Pd e alla Cgil, e altri più radicali, come i collettivi studenteschi, l’Osa nazionale e il movimento romano La Lupa.

Clima teso

Ieri c’era tensione in diverse piazze dopo la dura risposta delle forze di polizia alle manifestazioni di una settimana fa, convocate contro l’alternanza scuola/lavoro dopo la morte di Lorenzo Parelli, uno studente deceduto in un incidente sul lavoro durante l’ultimo giorno di tirocinio.

Il 28 gennaio le forze dell’ordine avevano risposto duramente ai cortei. I filmati di quella giornata mostrano cariche lanciate senza apparente provocazione e poliziotti che si accaniscono su studenti minorenni. Il caso è arrivato fino al parlamento italiano e a quello europeo, dove diversi deputati hanno presentato interrogazioni. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, per ora, si è limitata a incolpare «gruppi di infiltrati» tra i manifestanti.

A Torino, dove una settimana fa c’erano stati oltre venti feriti tra gli studenti, la tensione era particolarmente alta. Amnesty Italia, una delle principali organizzazioni non governative impegnate nella difesa dei diritti umani, ha inviato sei osservatori al corteo per vigilare su possibili violenze della polizia. Ma nel capoluogo piemontese, così come nelle altre città dove si sono svolte manifestazioni, da Napoli a Milano, passando per Roma, i cortei si sono svolti largamente senza incidenti.

La maturità scritta

Al centro della manifestazione c’era la protesta contro la maturità scritta, ripristinata pochi giorni fa dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi dopo che era stata sostituita da un’unica prova orale e da una sorta di tesina all’inizio della pandemia. Per Bianchi, questo ritorno fa parte del «percorso di progressivo ritorno alla normalità che stiamo realizzando».

Per gli studenti, però, questo ritorno all’ordinaria amministrazione è tutto sulla carta. «Al ministero vogliono dare un’impressione di normalità, ma non si rendono conto che è prematuro», dice Alice Pettenari della Rete degli studenti medi, durante la manifestazione che si è tenuta a Roma. «Hanno detto di aver tolto la Dad», continua, «ma con il sistema delle quarantene di fatto siamo stati a casa gran parte del tempo». Gli studenti dei licei, ad esempio, ricordano che sono mesi ormai che non si esercitano nelle traduzioni scritte dal greco e dal latino, che saranno tra le probabili prove scritte. Per quelli degli istituti tecnici, la situazione rischia di essere ancora peggiore. «Io studio tra le altre cose come funziona un tornio. Ancora non ne ho mai visto uno e non so come farò se dovesse uscire all’esame», dice Massimo Felici, studente del liceo Faraday di Ostia.

Ma nei cori e negli striscioni degli studenti non sono mancate le critiche a tirocini, alternanza scuola/lavoro e a una scuola accusata di pensare più al lavoro che alla formazione.

 

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