Dopo molte ricerche riesco finalmente a parlare con Marco Palumbo, il padre di Paolo, che fino a qualche giorno fa chiedeva delle donazioni per il figlio malato.

Avrà letto il mio articolo su Domani, immagino.

L’ho letto.

Come mai avete interrotto la raccolta fondi subito dopo l’articolo?

La raccolta per i cd?

Sì, vendete il nuovo singolo di Paolo a chi vi invia 23 euro.

Non è interrotta, sono finiti i cd che erano programmati da vendere. Sono arrivati ai 200… Quindi non ce ne sono più.

Sono in contatto con alcune persone che hanno donato questi 23 euro e non li hanno mai ricevuti.

No, li stiamo ancora stampando.

Allora non sono arrivati.

Tra una settimana saranno consegnati.

Mi spiega come mai chiedeva questi soldi per pagare le bollette lievitate, se chi ha macchinari salvavita in casa usufruisce di agevolazioni sulle tariffe dell’energia?

Io non usufruisco di nulla, non lo sapevo, ora che lo so provvedo a farlo.

Caspita, ha una persona con disabilità in casa da anni e non lo sapeva?

No.

Che fine hanno fatto i 160mila euro della raccolta fondi del 2019 per far curare Paolo in Israele? (vicenda che poi si rivelò una truffa per cui sarebbero stati indagati alcuni familiari di Paolo Palumbo, ndr).

Sono stati destinati a un progetto, una casa per disabili, solo che non sono bastati, siamo arrivati alla progettazione e basta.

E che fine hanno fatto?

Sono lì a disposizione di questo progetto.

Ma se è bloccato?

Al di là di questo, io non mi sento di risponderle perché abbiamo intrapreso dei percorsi legali contro di lei e l’avvocato ci ha detto di non rispondere.

Capisco, ma lei dovrebbe rispondere alle persone che hanno donato.

Sì a quelli verranno risposti. (?) Ci sarà un rendiconto.

Di cosa?

Di tutto.

È passato un bel po’ di tempo però.

Con la Sla il tempo non passa…

Evitiamo questo discorso, stiamo parlando d’altro. Perché in città dicono che lei gira con macchine di lusso?

Ho un Ducato del 2006. Faccia una verifica al Pra.

A proposito. Mi può spiegare la storia della denuncia di Valentina, la ex di Paolo Palumbo, per un finanziamento da 80mila euro che l’avreste convinta, lei dice, ad aprire a suo nome?

Non ne so nulla.

Questa cosa non è mai successa?

No.

Ma ci sono dei messaggi.

Con me lei non ha mai avuto a che fare.

E i panettoni venduti come “con ricetta di Paolo” che invece erano di una pasticceria di Pula?

I panettoni li ha scelti Paolo. Ripeto, ho intrapreso una via penale legale, tutte queste domande gliele concedo in tribunale.

E io mica posso farle delle domande in tribunale. Dovrebbe saperlo, visti i suoi precedenti. Lei è stato anche in carcere…

Anche lei è molto esperta.

No, io non sono mai stata in carcere.

Di condanne ne ha.

Io sono incensurata.

Lei deve stare attenta a quello che scrive.

Se lei è stato truffato per la storia delle cure di Paolo in Israele, se quei medici israeliani non esistevano ed è stato vittima di una truffa, perché scriveva a suoi conoscenti che era stato in Israele due volte e aveva parlato con i medici?

Falso, quelle conversazioni le avranno inventate.

Sono scritte. Le hanno fabbricate?

Sicuramente sì.

Quindi la gente fabbrica conversazioni finte?

Certo.

Ma non è strano che capitino tutte a lei?

Può darsi.

Visto però che lei sta chiedendo soldi per Paolo…

Io non sto chiedendo soldi per Paolo! (nell’intervista al Corriere della sera sul costo delle bollette l’intervistato era proprio Marco Palumbo, ndr)

Ma sul profilo di Paolo ci sono molte richieste di aiuto economico.

Paolo è grande e grosso e se lo gestisce lui quel profilo…

Ah, quindi è Paolo che chiede soldi.

Ho detto che si gestisce il profilo da solo, esistono delle tecnologie.

Quindi lui chiede i soldi.

Se chiede soldi è perché gli servono per campare.

Per cosa gli servono? Le famose spese quali sono?

Allora guardi… ci sono farmaci che non passa la Asl e che noi dobbiamo comprare.

Quali farmaci?

Ce ne sono una marea, una marea.

Quali?

Una marea.

Per esempio?

Senta, io giustificherò a chi di dovere.

“A chi di dovere” sono i donatori.

I donatori non hanno mai chiesto niente.

Il problema è questo infatti. Glielo sto chiedendo io, le sto chiedendo di quali farmaci abbia bisogno Paolo.

Uh, ce ne sono tantissimi.

Uno, me ne dica uno.

Non lo so.

E allora perché chiedete soldi per farmaci di cui non sa neppure il nome.

Io non chiedo niente, Paolo chiede!

E i farmaci se li va a comprare Paolo, che è allettato per la malattia?

Arrivederci.

(E attacca il telefono).

 

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