La scorsa settimana su Domani mi sono occupata del caso Paolo Palumbo, ovvero la triste storia del ragazzo oristanese malato di Sla che da anni, forte della sua popolarità, organizza raccolte fondi insieme a suo padre Marco e a suo fratello Rosario.

Raccolte che sarebbero destinate a cure o iniziative benefiche, ma che si concludono puntualmente con scoperte di truffe misteriose, accuse varie, sospetti sulla reale destinazione delle cifre e totale assenza di rendicontazioni.

Paolo era stato ospite de Le Iene, ma anche da Amadeus a Sanremo, e ha inciso un singolo con Achille Lauro.

Palumbo ha il sostegno di numerosi personaggi noti e della stampa, al punto che anche pochi giorni fa – quando si è trattato di promuovere l’ennesima raccolta fondi in suo favore perché, a causa del caro bollette, lui e la sua famiglia non sarebbero più in grado di sostenere le spese per il consumo dei macchinari salvavita - ha ricevuto il sostegno di tg e testate nazionali.

Peccato che per chi usufruisce di macchinari salvavita esista il bonus bollette che concede cospicue agevolazioni.

Lo stop improvviso

Ad ogni modo, dopo che ho sollevato dubbi su tutta la lunga storia di raccolte fondi di Paolo Palumbo e della sua famiglia, sono successe due cose: la prima è che Palumbo, che sulla sua pagina Instagram postava una foto al giorno con richiesta di aiuto (associata a un numero di telefono da cui inviava Iban e conto Postepay sui cui versare “l’aiuto”) ha smesso improvvisamente di chiedere denaro. Non solo.

Dalla sua pagina vengono cancellati tutti i commenti di chi chiede delucidazioni sulla raccolta fondi per le bollette e sugli altri 160.000 euro (almeno) che erano stati raccolti per il (falso) viaggio in Israele per le cure di Paolo, soldi di cui non si era saputo più nulla.

Tra l’altro, alcune persone vicine alla famiglia e diversi cittadini di Oristano mi hanno raccontato che i Palumbo hanno uno stile di vita più che benestante.

Il padre di Paolo, Marco, avrebbe in uso diverse macchine di lusso, e vivono in una grande, bellissima casa nel centro di Oristano che il padre di Marco ha ereditato da un anziano signore (lascito contestato dalla famiglia dell’anziano, con cui ci sarebbero state battaglie legali).

Insomma, uno stile di vita poco compatibile con la continua richiesta di denaro ai generosi donatori convinti che una persona malata (o chi per lui) che chiede aiuto per delle cure che dovrebbe passare il sistema sanitario nazionale sia necessariamente onesta, necessariamente indigente, necessariamente a un passo dalla santità. Non si sa quale attività di famiglia genererebbe tanto denaro.

La fidanzata

La seconda cosa accaduta dopo l’uscita dell’articolo è che diverse persone mi hanno contattata per raccontarmi di essere state vittime di presunti raggiri per scopi economici da parte della famiglia Palumbo.

Una di queste è addirittura la ex fidanzata di Paolo Palumbo, Valentina, che mi racconta di averlo denunciato nel febbraio di quest’anno. «Ho conosciuto Paolo tramite i social, seguivo la sua pagina Instagram ed ero attratta dalla sua storia di coraggio e di forza. Nell'ottobre 2020, pubblicando un suo post nelle mie storie di Instagram, mi risponde e provo un’emozione fortissima. Paolo mi riscrive con una scusa e da lì incominciamo a sentirci ogni giorno. È un bravissimo paroliere… così è nata la nostra storia d’amore».

«Io sono di Milano, quindi sono andata a trovarlo in Sardegna, poi siccome era il 2020 e c’erano le restrizioni per il Covid mi ha “assunta” come badante per poter andare il più possibile a trovarlo a Oristano nell’ottica di un mio trasferimento. Mi sentivo io in colpa perché stavo bene e lui era malato, e alla fine non mi sono resa conto più di nulla… non l’ho nemmeno detto ai miei familiari all’epoca».

«Fatto sta che non so come possa essere stata così ingenua, ma dietro sua insistenza ho sottoscritto un finanziamento per una vettura Mercedes da 80.000 euro per lui, a mio nome, e senza la vettura a garanzia. Poi i Palumbo l’hanno rivenduta e a loro sono andati i soldi della vendita.

L’accordo era quello di una rivendita immediata con un guadagno per il nostro futuro, ho i messaggi; in realtà la macchina è stata venduta, ma il finanziamento a mio nome è rimasto e mi sono pure ritrovata un’assicurazione Rca senza aver sottoscritto nulla. Per questo anch’io non mi capacito delle continue richieste di soldi, perché so che hanno percepito tanti soldi. Non sono ricca né benestante e di fatto dipendo dalla loro “buona volontà” come mi ha fatto notare il signor Palumbo, il quale mi ha invitato sostanzialmente a stare buona….Per me questo finanziamento è un peso enorme».

Gli altri malati

Ma c’è anche un’altra brutta storia: un altro malato di Sla, Andrea Turnu, in arte dj Fanny, tre anni fa aveva accusato i Palumbo di averlo coinvolto in iniziative benefiche che poi sono evaporate senza spiegazioni: «Che fine ha fatto il team per i malati di Sla che ho tanto promosso e a cui ho donato tanti soldi? Il centro per aiutare le persone malate?», aveva scritto.

Le segnalazioni sono tantissime, mi ha contattato anche una agente immobiliare: «A Sanremo i Palumbo hanno alloggiato in un appartamento che gestisco in città. Quando sono andati via non sono riuscita a farmi pagare la tassa di soggiorno, erano 12 persone per una settimana. Dicevano che non si erano trovati bene, hanno litigato con il proprietario continuamente…».

Poi ci sono le accuse di canzoni rubate, i panettoni che Paolo vendeva come «con una sua ricetta» e invece la ricetta era di una pasticceria di Pula, insomma, una matassa ingarbugliata di accuse di ogni tipo, per cui le cose sono due: o la famiglia Palumbo è molto sfortunata o c’è qualcosa che non torna.

Il vero mistero è perché la stampa locale e anche quella nazionale, anziché mettere insieme tutti questi elementi e attendere almeno le evoluzioni delle indagini sulle attività (almeno quelle note) che coinvolgono i Palumbo, abbia continuato a promuovere le raccolte fondi di questa ambigua famiglia.

Perché non abbia tutelato la buona fede dei tantissimi donatori che avranno ormai donato centinaia di migliaia di euro senza sapere neppure chi sia il direttore d’orchestra di tutta questa vicenda. E chissà che non sia d’accordo tutta l’orchestra, viene da pensare.

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