«Una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica è intervenuta violentemente pochi minuti fa proprio mentre la Mare Jonio stava soccorrendo un'imbarcazione in pericolo in acque internazionali». Lo ha denunciato la Ong Mediterranea saving humans, dopo l’ennesimo caso in cui i libici intervengono usando la forza durante delle operazioni di salvataggio di migranti nel Mediterraneo centrale.

«I miliziani libici – prosegue la ong – hanno sparato colpi d'arma da fuoco in acqua e in aria, creando il panico e provocando la caduta in acqua di diverse persone. Il team della Mare Jonio sta recuperando e proteggendo i naufraghi. Chiediamo che il governo italiano intervenga subito per fermare i comportamenti violenti, pericolosi e criminali della cosiddetta guardia costiera libica».

La nave Jonio è salpata la sera del 3 aprile dal porto di Siracusa nel Mediterraneo centrale per la sua 16esima missione di monitoraggio. L’ultima si era conclusa con il salvataggio di 113 naufraghi sbarcati poi a Pozzallo nella notte tra il 23 e il 24 marzo.

Le reazioni

«È un comportamento criminale sparare nel Mediterraneo centrale contro navi Ong che salvano vite, creando panico mentre è in corso un'operazione di salvataggio, mettendo a rischio l'esistenza di esseri umani. È quello che è accaduto poco fa nei confronti di una nave battente bandiera italiana, la Mare Jonio di Mediterranea, per responsabilità di un equipaggio della cosiddetta Guardia Costiera libica, sostenuta, armata e finanziata dal governo italiano. Un fatto di una gravità inaudita. I ministri Piantedosi, Tajani e Crosetto li fermino. Ora», ha detto il deputato Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi Sinistra.

«E poi vengano in Parlamento a spiegare quanto accaduto, si impegnino affinché questo comportamenti da pirati non si ripetano, e decidano una buona volta di non finanziare più queste milizie pericolose, e la smettano di regalargli motovedette con cui sparano addosso alle persone».

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