La scorsa settimana, la Marina Militare ha celebrato con un Tweet del suo profilo ufficiale e con un articolo sul suo sito l’anniversario di un’azione compiuta nel 1941 dalla X Flottiglia Mas, un’unità militare diventata famosa per le spericolate operazioni compiute nel Mediterraneo e, successivamente, per il suo contributo all lotta anti partigiana e la sua collaborazione con la Repubblica sociale italiana, il regime fantoccio installato dai nazisti dopo la caduta del Fascismo.

«80 anni fa l'attacco alla Baia di Suda. Primo di una serie di successi, quello nell'inaccessibile isola di Creta fu il coronamento di mesi di preparazione e addestramento», ha scritto la Marina nel suo Tweet. Precisando poi nell’articolo: «Oggi ricorre una delle più grandi imprese compiute dagli uomini della X Flottiglia Mas: l'attacco alla baia di Suda», scrive la Marina.

L’azione venne compiuta tramite “barchini esplosivi” contro le navi britanniche ormeggiate nell’isola di Creta e portò all’affondamento dell’incrociatore pesante York e di una petroliera.

Il Tweet e l’articolo hanno suscitato diversi commenti per una scelta di parole che appare celebrativa, nonostante si tratti di un’azione militare compiuta dal regime fascista in territorio greco, un paese neutrale aggredito dall’Italia senza ragioni.

Lo stesso tono trionfalistico e patriottico si ritrova in un altro articolo in cui viene ricordata la battaglia di Capo Matapan, la peggiore sconfitta navale italiana durante tutta la guerra. Di quello scontro, la marina scrive: «Il terribile evento, nel quale persero la vita oltre 2300 uomini della Regia Marina, non ha comunque compromesso le capacità operative delle nostre Forze navali da battaglia, la cui determinazione a combattere è sempre rimasta immutata, come dimostrato dai successivi eventi».

Solitamente, viene utilizzato un tono diverso in occasione delle ricorrenze militari, in particolare per quelle relative alla Seconda guerra mondiale, un conflitto relativamente vicino nel tempo e carico di significati politici e questioni ancora aperte. In queste occasioni, governi ed enti ufficiali tendono a sottolineare il sacrificio dei partecipanti e le conseguenze negative del conflitto, piuttosto che esaltare le vittorie di una parte.

Questa regola viene osservata con particolare scrupolo da parte dei paesi sconfitti, le cui azioni militari erano spesso aggressioni a paesi neutrali in nome del Fascismo e del Nazismo (in Germania, per ovvi motivi, nessun ente pubblico celebra le pur numerose vittorie ottenute dall'esercito tedesco).

Ma c’è un’altra ragione per cui l’articolo della Marina ha suscitato una forte reazione, ossia che l’unità militare protagonista dell’attacco, la X Mas, è divenuta uno dei simboli principali del neofascismo italiano. 

Dopo l’8 settembre del 1943, infatti, la X Mas venne trasformata in unità di fanteria. Venne successivamente impiegata in funzione anti partigiana ed è stata responsabile di numerosi crimini di guerra.

L’attacco alla Baia di Suda, però, precede questa trasformazione. Nel 1941, la X Mas era una delle tre flottiglie di imbarcazioni leggere destinate a operazioni speciali impiegate dalla Marina Italiana (Mas sta per “motoscafo armato silurante” o “motoscafo anti sommergibile”). Era un’unità della marina militare agli ordini del regime fascista, come tutte le forze armate italiane, ma in quel momento non era un’unità politicizzata in modo particolare, anzi. 

Almeno due dei sei partecipanti all’attacco di Suda si schierarono gli alleati dopo l’8 settembre e parteciparono ad azioni militari contro i nazifascisti. Lo stesso fece uno dei più famosi ufficiali della Mas, il tenente di vascello Luigi Durand De La Penne, che nel 1941 condusse l’attacco al porto di Alessandria d’Egitto, forse l’azione militare italiana di maggior successo dell’intera guerra. Nel ‘44, passato con gli alleati, Durand De La Penne partecipò a un attacco contro il porto di La Spezia in cui due navi furono affondate per impedire che i nazifascisti le utilizzassero per bloccare l’ingresso del porto. 

La X Mas celebrata dai neofascisti si formò in maniera rocambolesca nei giorni tumultuosi che seguirono alla proclamazione dell’armistizio, quando il comandante dell’unità, Junio Valerio Borghese, decise di proseguire la guerra al fianco dei nazisti. Ma nella nuova formazione non confluì circa metà degli uomini che in quel momento si trovava nella basi nel Sud Italia, che preferì combattere accanto agli alleati. Anche molti di coloro che erano rimasti al Nord scelsero tornare a casa.

I soldati della X Mas che parteciparono alle azioni anti partigiane erano quasi tutte reclute giovanissime arruolate dopo l’8 settembre e la stessa unità militare aveva ormai poco in comune con la flottiglia di mezzi leggeri che aveva combattuto nel Mediterraneo negli anni precedenti.

Oggi la Marina Militare ha pubblicato una risposta alle numerose critiche ricevute sui social. «L’azione militare, così come numerosi altri eventi della storia navale italiana, una fra tutte quella di Alessandria avvenuta nel dicembre del 41, sono ricordate ogni anno, da decenni, per il sacrificio dei loro protagonisti, uomini in divisa, esempio di coraggio, capacità e tecnica, al servizio delle

Istituzioni», scrive la Marina: «Appare strumentale, dunque, correlare il loro operato alla forma di governo allora vigente».

Anche nella sua risposta, come negli articoli originali, la Marina ha preferito non fornire alcun contesto storico alle sue informazioni. In nessun articolo, né nella risposta, viene citata la Seconda guerra mondiale. Ne la Marina specifica quali “istituzioni” erano servite all’epoca (si trattava del regime fascista). 

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