Piccoli residence dalle linee squadrate, immersi in cortili-giardino e connessi da morbide scale a una galleria su tre livelli lunga 250 metri. Passaggi pedonali protetti da archi con fiori e rampicanti. Una rete di dune a far da schermo tra le aree comuni (piscine, campi sportivi, arena spettacoli) e filtro dai venti salmastri. Una fitta pineta e una spiaggia bianchissima con acque trasparenti. Questa «grande perla da contemplare e da godere» – così la definì Bruno Zevi – è lasciata ormai da un decennio all’incuria e al degrado e il suo futuro è ancora pericolosamente sospeso tra un agognato piano di tutela e recupero, il silenzio di alcuni attori istituzionali e le ambigue mire speculative dietro cui si staglia l’ombra della criminalità organizzata, interessata a prendersi un angolo tra i più suggestivi e maestosi della Calabria.

È l’estate 1971, giusto mezzo secolo fa, quando a Marina di Nicotera viene inaugurato il complesso turistico Gioia del Tirreno. Finanziata dalla Cassa del Mezzogiorno in base alla legge 717/65 e progettata da un giovane architetto, Pierfilippo Cidonio, e dall’insigne paesaggista Pietro Porcinai, l’opera è all’epoca molto innovativa, sia dal punto di vista architettonico che per la compatibilità con una cornice ambientale di particolare pregio ed unicità, non ultimo per l’integrazione virtuosa con il contesto sociale del territorio. L’impulso viene da quei programmi legislativi ed economici nazionali che allora individuano nell’espansione di insediamenti turistici una leva cruciale per innescare una nuova politica meridionalista.

Veduta generale oggi, Google maps, 2021

La struttura ricettiva, con prevalenza di superfici di cemento a vista, si sviluppa su una superficie di quindici ettari. Porcinai immagina e realizza un vero e proprio «restauro della natura» (parole sue) sul sito di un ex aeroporto militare – un terreno spianato dalle ruspe durante la seconda guerra mondiale cancellando ogni traccia di vegetazione – usando soluzioni funzionali e tecniche orticolturali d’avanguardia, che verranno studiate a livello internazionale.

Porcinai recupera la primitiva fisionomia, ricostruisce la trama delle dune e il gioco dei venti, colloca ben quindicimila piante dalle fogge e dai colori più diversi. È un originale «paesaggio-parco», diventato nel tempo un ecosistema mediterraneo consolidato, un tassello ecologico prezioso nella fascia litoranea famosa come Costa degli Dei.

Ultimo piano della galleria, foto G. Rossi, 2000

Il boom negli anni ’70

Inizialmente come Club Méditerranée, in seguito Villaggio Valtur, con un’intensa attività per quarant’anni assicura agli ospiti un soggiorno di qualità e l’immersione nelle bellezze naturali e nel patrimonio culturale di una terra in gran parte incontaminata. Si determinano effetti positivi e stabili anche sull’asfittico tessuto economico: a metà anni ’70 il complesso dà lavoro a oltre cinquecento persone, trecento della comunità locale (con un indotto che arriva a 1.300).

Nei decenni successivi si contano fino a 1.200 posti letto, sfiorando le centomila presenze annue. Nell’autunno 2011 si arriva purtroppo alla chiusura e alla decisione di vendere. La proprietà è oggi definita in atti ufficiali “pubblico-privata” (Comune di Nicotera e Prelios, una società di gestione e servizi immobiliari, ex Pirelli Real Estate, per conto del fondo Hospitality and Leisure) e lo stato di abbandono si è via via aggravato. Manutenzioni interrotte, deterioramento degli edifici e delle attrezzature, dissesto degli impianti, danni alla vegetazione con la perdita di esemplari botanici, rimozione di parti della struttura ormai pericolanti, come il ristorante a mare. Un vulnus arrecato al profilo paesaggistico creato dai progettisti, alla comunità locale che nel villaggio e nelle sue attività si riconosceva ed impegnava e all’intero patrimonio culturale nazionale.

Dettaglio della galleria, I.R.D., 2018

Il merito di aver acceso i riflettori sul destino di un’esperienza anticipatrice dell’idea di turismo ecosostenibile spetta all’Associazione Pietro Porcinai APS onlus, che da Fiesole documenta, grazie alla ricchezza dell’archivio personale del paesaggista, il suo eccezionale poliedrico percorso e ne tramanda l’eredità progettuale.

Di fronte alle ricorrenti voci di un’imminente vendita senza garanzie vincolanti sull’integrità dell’area, con il rischio concreto di demolizioni parziali o totali del complesso o di nuove costruzioni intensive e di interventi disorganici; insomma, con la prospettiva di uno stravolgimento del disegno originario che deriverebbe da una cementificazione incontrollata, l’Associazione Porcinai raccoglie i timori crescenti, rintraccia la documentazione storica e lancia l’allarme.

Individua nell’ex Valtur un bene culturale e ambientale da tutelare urgentemente. Denuncia l’incuria cronica e la attesta grazie a sopralluoghi (autorizzati dalla Prelios) compiuti con l’autorevole paesaggista Kimberlee Stryker della Berkeley University e funzionari delle competenti Soprintendenze della Calabria. Si allarga il coro di voci stupite e preoccupate per un clamoroso, emblematico caso di malgoverno e di spreco delle risorse e del patrimonio naturale.

Grande duna sul lato mare a protezione di piscina e anfiteatro dai venti salsi, G. Rossi, 2000

Il decreto ministeriale di salvaguardia

Soprattutto si chiede al ministero della Cultura (allora Mibact) di fare un passo cruciale per la salvaguardia e il recupero dell’ex Valtur dichiarandone il particolare interesse paesaggistico e architettonico. Ed è quanto accade il 7 agosto di due anni fa (decreto ministeriale numero 186/2019). Un successo di forte rilievo affinché non sia ulteriormente deturpata la «grande perla» di Nicotera Marina con eventuali restauri incongrui o distruttivi degli immobili o con interventi di ristrutturazione o ampliamento degli spazi tali da violare l’intrinseco valore paesaggistico e architettonico.

Ma la battaglia per salvare il villaggio e il suo habitat è ancora aperta. Il decreto ministeriale da solo non basta. Occorre che le istituzioni (dal consiglio regionale al nuovo presidente della giunta che sarà scelto nelle elezioni del 3-4 ottobre prossimo, agli enti locali, in primis il sindaco di Nicotera), i partiti, i movimenti politici, le forze economiche e sociali, l’insieme delle associazioni e delle energie interessate al riscatto e alla crescita della Calabria si pronuncino e si impegnino con determinazione per sottrarre dall’abbandono un bene tanto pregiato.

Si battano per proteggere le bellezze di questa terra e valorizzarne le potenzialità rispettando – con scelte lungimiranti e coerenti – il suo patrimonio storico, culturale e ambientale. Nel giugno 2020 deputati di diverso orientamento politico consegnano un’interrogazione parlamentare affinché si vigili attentamente e si mettano in campo energie e proposte per tutelare l’integrità del bene e si torni a valorizzarlo.

La denuncia delle mire mafiose

Il villaggio realizzato cinquant’anni fa secondo le visioni innovative dei progettisti, precursori di una sensibilità ecologica e di una sostenibilità ambientale dello sviluppo, offre oggi straordinarie opportunità di promozione del territorio. Investire nell’ecoturismo, in servizi ecosistemici, in attività improntate a preservare le risorse naturali (suolo, acqua, vegetazione) e a minimizzare gli impatti, è la destinazione da perseguire per l’ex Valtur.

Corridoio di oleandri tra le corti residenziali, I.R.D., 2018

Va costruita attraverso nuove progettualità, nuove competenze e nuove sinergie. Riprendendo l’approccio e le intuizioni di Pietro Porcinai alla luce delle conoscenze e delle soluzioni tecniche più recenti, si può sconfiggere il degrado e dare vita a un polo sperimentale di tutela dell’ambiente, di nuovo impiego, di mobilità alternativa (la pista ciclabile costiera in parte già esiste). In linea con il Piano Strategico del Turismo nazionale e con il Green New Deal europeo, la salvezza e il recupero dell’area costituirebbero per la disastrata economia locale un ottimo volano per l’occupazione in diversi comparti e – tasto assai delicato in un territorio che in passato ha visto per tre volte in un decennio lo scioglimento del consiglio comunale – sarebbe un argine ai pervasivi circuiti della criminalità organizzata.

La ‘ndrangheta (come hanno denunciato Report, Presa Diretta, Tutta la città ne parla, Sole 24 Ore, L’Espresso) si muoverebbe infatti dietro le quinte per mettere le mani sull’ex Valtur. L’inchiesta e il processo Rinascita-Scott hanno infatti mostrato appetiti e traffici del potente clan Mancuso di Limbadi, in combutta con figure politiche locali e nazionali, per accaparrarsi il bene a prezzi stracciati e rivenderlo con la promessa di forti speculazioni edilizie, mentre il Comune di Nicotera non ha mai risposto all’Associazione Porcinai che chiedeva se effettivamente sono state presentate richieste di autorizzazione di ampliamento del bene, come da più parti si vocifera.

Non è quindi il momento di indugiare, di aspettare alla finestra e assistere inerti al degrado ambientale e alle manovre dell’economia criminale. È il momento di prendere piena consapevolezza dei pericoli che anche la vicenda ex Valtur segnala per la tutela di diritti costituzionali fondamentali: la difesa del patrimonio naturale e la piena libertà di goderne grazie a un sistema economico sano e sostenibile.

Che ne pensano i candidati alla presidenza della regione alle ormai imminenti elezioni calabresi? Quali di loro si sentono di prendere impegni, solenni e concreti, per salvare il villaggio di Nicotera Marina?

Venerdì 3 settembre alle 17 al Festival Trame dei libri sulle mafie a Lamezia Terme si terrà la presentazione dell’appello “Salviamo dall’abbandono e dal degrado una perla della costa tirrenica calabrese” lanciato dall’Associazione Pietro Porcinai APS onlus, che promuove la conoscenza, tutela e valorizzazione delle opere del grande paesaggista fiorentino. Mara Filippi Morrione e Ilaria Rossi Doria, architette paesaggiste, consigliere dell’associazione, esponenti del gruppo di lavoro Per Nicotera, ne parleranno con Nuccio Iovene, già membro della commissione parlamentare antimafia.

Tra i primi firmatari dell’appello si segnalano Ilaria Borletti Buitoni, Enzo Ciconte, Vittorio Emiliani, Giuseppe Giulietti, Riccardo Iacona, Andrea Purgatori, Sigfrido Ranucci, Sandro Ruotolo, Marino Sinibaldi. Per aderire all’appello, scrivere una mail all’indirizzo  info@associazioneporcinai.org.  

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