La reazione di Elly Schlein arriva nel tardo pomeriggio. «Intercettata dall’Ansa» la segretaria del Pd condanna quanto accaduto giovedì sera, durante la manifestazione per i 44 anni dalla morte di Valerio Verbano, militante di sinistra ucciso il 22 febbraio 1980, a 19 anni, in un agguato neofascista.

Il corteo, formato da circa 1.200 persone, si trovava in via Monte Bianco, a Montesacro (Roma), dove il ragazzo è stato ammazzato a colpi di arma da fuoco. E lì è stato bruciato un manichino con le sembianze della premier Giorgia Meloni (le immagini sono al vaglio della polizia).

Per il centrodestra, in particolare per Fratelli d’Italia, non è una buona notizia. Per tutto il giorno non avevano fatto altro che sottolineare che da sinistra non erano arrivate prese di posizione (unica eccezione Italia viva). E forse speravano di poter compensare, con un nuovo round di polemiche, le commemorazioni a base di braccia destre alzate ad Acca Larentia.

A maggior ragione che, in mattinata e un po’ inaspettatamente, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale un gruppo di studenti e rispondendo ad alcune loro domande, aveva detto: «Si assiste a una intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese, più volte della stessa presidente del Consiglio, alla quale va espressa piena solidarietà». E ancora: «Il confronto politico, la contrapposizione delle idee e delle proposte, la competizione, anche elettorale, ne risultano mortificate e distorte».

Nessuno può accusare il presidente della Repubblica di non essere equidistante. La sua condanna della violenza politica, di qualsiasi segno, è sempre stata netta. Ma ovviamente per gli uomini di Meloni è l’occasione per andare al contrattacco.

L’affondo di FdI

Il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, nel condividere l’appello di Mattarella, ricorda che «oltre al manichino dato alle fiamme, si sono elevati di recente inqualificabili insulti nei confronti del presidente Meloni da parte di rappresentanti delle istituzioni, la qual cosa aggrava il quadro dell’intolleranza politica». Un evidente riferimenti al recente scambio tra la premier e il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, che l’ha definita una «stronza».

Per la ministra Daniela Santanchè il capo dello Stato è stato addirittura «coraggioso»: «Sono molto contenta e ringrazio oggi il presidente della Repubblica che è coraggioso più di molti esponenti, capi e capetti, bande della sinistra di questa nazione».

Anche il collega di governo, Francesco Lollobrigida, ringrazia Mattarella per il suo intervento e chiede che «anche la sinistra prenda una posizione di netta distanza e condanni quanto accaduto, senza sottovalutarlo, o peggio ancora ignorarlo».

Il tenore dei commenti degli esponenti del centrodestra, al di là di qualche eccezione, è più o meno questo. Fino alla dichiarazione di Schlein che non si sottrae: «Questa violenza politica va condannata e non è accettabile. Gli avversari si battono con le idee e le proposte in una sana dialettica democratica. Ha ragione il presidente Mattarella nel dire che gli atti di violenza e aggressività verbale o fisica non devono trovare alcuno spazio in democrazia perché travolgono la dignità della politica e ne rappresentano la negazione».

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