Matteo Messina Denaro, boss di Cosa nostra, è stato arrestato in un blitz dei carabinieri del Ros nella mattinata del 16 gennaio.

Cosa c’è da sapere:

  • Dopo 30 anni di latitanza è stato intercettato dalle forze dell’ordine all’interno della clinica Maddalena di Palermo dove si sottoponeva a pratiche sanitarie per via di un tumore.
  • Insieme a lui è stato arrestato anche Giovanni Luppino, accusato di favorire la sua latitanza.
  • Appena diffusa la notizia dell’arresto, la premier Giorgia Meloni si è recata a Palermo dove ha incontrato gli inquirenti. Dal Comando Legione Carabinieri “Sicilia” di Palermo sono rilasciati i dettagli delle indagini che hanno portato alla cattura di Messina Denaro.


18.01 – La conferenza stampa si è conclusa. Qui vi lasciamo alcuni nostri approfondimenti sulla cattura di Matteo Messina Denaro:


17.58 – Il procuratore capo De Lucia ha detto che è stato immediatamente proposto il regime carcerario del 41bis nei confronti di Matteo Messina Denaro. Gli inquirenti non hanno però voluto rilasciare il nome dell’istituto penitenziario dove sarà inviato il boss di Cosa nostra. Poco prima De Lucia aveva detto che «le condizioni di salute sono compatibili con il carcere. È apparso in buona salute, di buon aspetto; sarà certamente curato, ma in una struttura carceraria».


17.52 – Secondo quanto riportano le agenzie stampa fuori dalla sede dove si sta tenendo la conferenza stampa alcune persone appartenenti al movimento Our voice hanno esposto uno striscione di protesta: «Trent’anni di latitanza, protetta, ora Matteo Messina Denaro collabori con la giustizia, vittoria sarà quando sapremo i nomi dei mandanti esterni delle stragi. No all’ipocrisia dello stato».


17.48 – «Abbiamo lavorato sempre allo stesso modo», ha detto Angelosanto. «In questo caso la struttura che proteggeva il latitante si è resa più aggredibile».


17.46 – «Sarebbe l’errore più grave pensare che la mafia sia stata sconfitta. Quello di oggi è un passaggio importante, la gente ha gioito, ha applaudito i carabinieri che stavano lavorando». Lo ha detto il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia, rispondendo a una domanda dei giornalisti durante la conferenza stampa.


17.44 – Durante la conferenza stampa ha preso parola dal pubblico un uomo che afferma di essere un padre di vittima innocente di mafia. L’uomo ha chiesto agli inquirenti di arrivare a giustizia per tutte le vittime di mafia. Il procuratore capo De Lucia ha detto: «Abbiamo un debito con voi e con tutti i parenti di vittime di mafia, non ci fermeremo», promettendo di fare giustizia.


17.39 – «Via via che si isolavano le persone ci siamo concentrati su pochi soggetti, fino a individuare quel nome e cognome che era presente la struttura sanitaria. Da qui l’ipotesi che potesse essere il latitante. La certezza è arrivata solo questa mattina», ha aggiunto il generale Angelosanto.


17.37 – «L’indagine si basa su due pilastri fondamentali: uno è quello delle intercettazioni che, se fosse il caso di ribadirlo, sono indispensabili e irrinunciabili per il contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Senza le intercettazioni non si possono fare le indagini e le indagini non portano a nessun risultato. Questa è la cosa più importante che deve essere chiara». Così il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia.


17.35 – Gli inquirenti non hanno rilasciato dettagli su chi è il successore del boss di Cosa nostra catturato questa mattina.


17.26 – Fino a questa mattina non sapevamo neppure che faccia avesse Matteo Messina Denaro. Siamo davanti a un obiettivo primario nella lotta a Cosa nostra. Cercheremo di sfruttare tutte le acquisizioni investigative di oggi per andare oltre nelle nostre investigazioni», ha aggiunto De Lucia.


17.24 – Il soggetto che lo accompagnava è stato arrestato in flagranza con il reato di favoreggiamento della latitanza. «È un nome noto agli ambienti mafiosi», ha detto De Lucia procuratore capo di Palermo.


17.21 – «Non abbiamo trovato un uomo distrutto. Abbiamo trovato un uomo in salute, assolutamente curato, un uomo di 60 anni in buone condizioni economiche», ha detto invece Paolo Guido del pool di Palermo.


17.17 – Il colonnello Alberto Arcidiacono si è occupato della parte operativa del blitz. «Il latitante è stato individuato e bloccato insieme al suo complice – ha detto –. Il latitante non ha opposto alcuna resistenza, ha subito dichiarato di essere il soggetto ricercato. Guardandolo c’era poco da verificare, il volto è quello che ci aspettavamo di trovare». «Non abbiamo visto un atteggiamento di fuga, sicuramente avrà cercato di adottare le cautele per sfuggire», ha aggiunto Arcidiacono.


17.15 – «Soltanto oggi abbiamo avuto il riscontro. Avevamo l’ipotesi che quella persona che si avvaleva di quella generalità nella struttura sanitaria poteva essere il latitante», ha detto Angelosanto. «L’ipotesi formulata che ci ha portati a chiedere alla procura l’intervento nella struttura si è rivelata fondata». Nel blitz hanno partecipato sia i Ros che il Gis dell’Arma per permettere due livelli di cinturazione della struttura. Sia per identificare gli ingressi e le uscite dalla struttura sanitaria, sia per mettere in sicurezza l’area.


17.13 – Dopo il procuratore ha preso parola il Generale dell’Arma dei carabinieri Pasquale Angelosanto, comandante carabinieri del Ros. «È stato un lavoro caratterizzato dalla rapidità, dalla riservatezza». In poche settimane – secondo Angelosanto – sono stati messi insieme degli elementi che hanno permesso la cattura di Messina Denaro.


17.11 – Il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, ha introdotto la conferenza ringraziando tutti gli agenti che hanno partecipato alla cattura di Matteo Messina Denaro. «È stato saldato in parte il debito con le vittime delle stragi di mafia», ha detto.

© Riproduzione riservata