- Questa è la rubrica Vino sul Divano. Ogni mese, nell’inserto Cibo, esploriamo le tendenze dell’enologia guardando soprattutto al di là dei confini italiani perché – se è vero che il nostro paese possiede la più grande biodiversità di vitigni autoctoni – è importante smettere di guardarsi l’ombelico e vedere cosa succede altrove.
- Il mercato dei vini, delle birre, dei liquori analcolici negli Stati Uniti è più che raddoppiato negli ultimi 4 anni, una tendenza non solo americana che vede un interesse sempre crescente verso quei prodotti cui viene fisicamente tolta la componente alcolica.
- A livello europeo c’è stato un lungo dibattito relativamente alla denominazione di questi prodotti che oggi, a livello normativo, non possono essere definiti come vini. Le cose dovrebbero però cambiare entro la fine dell’anno, per i soli prodotti non a denominazione di origine (IGP o DOP).
Nella sua newsletter “Planet Money” di un paio di settimane fa Greg Rosalsky, affermato autore della National Public Radio americana, raccontava dei crescenti numeri dei vini, delle birre, dei liquori analcolici negli Stati Uniti. Un mercato in grande espansione che secondo i dati di Nielsen solo nell’ultimo anno è cresciuto del 20 per cento sul precedente e del 120 per cento in appena quattro anni. Un dato straordinariamente piccolo se comparato a quello delle bevande alcoliche in generale, il



