All’inizio erano solo voci, poi c’è stata l’ufficialità. Arrivata il 28 marzo alle 10.35 con un breve comunicato della Difesa britannica su Twitter: «A causa delle pesanti perdite e di un’invasione in gran parte bloccata, la Russia è stata molto probabilmente costretta a ridefinire le priorità del personale Wagner per l’Ucraina a scapito delle operazioni in Africa e Siria. Si prevede che schiereranno più di mille mercenari, inclusi alti dirigenti dell’organizzazione, per operazioni di combattimento». Chi sono, come operano, quanto sono spietati, lo ricostruiscono alcuni documenti riservati, letti da Domani, del consiglio dell’Unione europea sulle missioni africane delle milizie irregolari di Putin e dell’intelligence occidentale. La loro presenza nei teatri di guerra africani emerge dai profili social riconducibili ai mercenari.

Wagner

Il gruppo Wagner è l’armata segreta utile al Cremlino per le operazioni speciali sia nell’ambito di conflitti a bassa intensità sia di vere e proprie guerre come in Siria. Il loro simbolo più utilizzato è il teschio all’interno di un cerchio sottile rosso. Ma c’è anche una variazione apparsa tra le rovine di Palmira e pubblicata su uno dei profili social collegati al gruppo: il teschio circondato dalla frase “Il rovescio della medaglia”.

Foto scaricata dal profilo Vagner7.62 su Instagram, riconducibile ai mercenari russi all'epoca a Palmira, Siria.

La formazione fa capo a un’agenzia di sicurezza privata fondata da Dmitry Utkin, sospettato di simpatie neonaziste ed ex ufficiale delle forze speciali militari conosciute con la sigla Gru. I servizi segreti europei e americani lo considerano molto pericoloso. Mercenari neonazi per «denazificare» l’Ucraina.

Il gruppo Wagner è finanziato da Yevgeny Viktorovič Prigozhin, conosciuto con l’alias “Il cuoco di Putin” e da qualche giorno ricercato dal Federal Bureau of Investigation (Fbi) statunitense con l’accusa di essere il perno attorno al quale ha funzionato il sistema di interferenza delle elezioni vinte da Donald Trump. L’agenzia federale è disposta a ricompensare con 250mila dollari chiunque fornisca informazioni utili alla cattura. Secondo l’accusa, riportata sul bollettino ufficiale Fbi, «Prigozhin è stato il principale finanziatore della Internet Research Agency (IRA) con sede a San Pietroburgo. Presumibilmente ha supervisionato e approvato la loro interferenza politica ed elettorale negli Stati Uniti».

L’oligarca “cuoco” di Putin è però anche considerato lo stratega dei mercenari di Wagner. Il reparto lavora in sinergia con la Difesa della Federazione russa. E ora sembra attivo anche nella guerra in Ucraina, secondo le informazioni raccolte dai servizi segreti occidentali.

Il gruppo riconducibile al “cuoco di Putin” è, secondo diversi analisti, connesso al famigerato battaglione Rusich, che i nostri investigatori antiterrorismo definivano così nel 2018: «Formazione composta da neonazisti. Si sono distinti nelle battaglia per l’aeroporto di Donetsk, ripreso dai separatisti filorussi. Sono artefici della distruzione di un battaglione paramilitare ucraino denominato Aydar».

Peraltro uno dei comandanti del battaglione Rusich ha avuto contatti con i neofascisti italiani e con mercenari nostrani partiti per combattere all’epoca con le milizie pro Putin.

Canale Telegram che si ispira al gruppo Wagner, attivo per "offrire contenuti con garanzia di completo anonimato

Altri indizi di vicinanza tra il gruppo Wagner e le truppe del Rusich si trovano analizzando le immagini social (soprattutto su VKontact, il Facebook russo) dei profili simpatizzanti e in alcuni casi di uomini arruolati. Si trovano, infatti, diverse immagini della guerra in Siria, a Palmira, che ritraggono i miliziani del Rusich. Allora come oggi nel teatro siriano operano i mercenari del gruppo Wagner. Per questo il sospetto dell’intelligence è che i primi siano un’estensione operativa dei secondi.

Africa, armi e minerali

I mercenari sostenuti dal Cremlino sono una componente essenziale per rafforzare gli obiettivi politici di Putin in Africa. Ufficialmente non esistono, eppure la loro presenza è stata documentata da esperti delle Nazioni unite, e le violazioni dei diritti umani sono state documentate da un recente rapporto interno del consiglio dell’Unione europea ottenuto da Domani. Sullo sfondo ci sono operazioni di addestramento, accordi di consulenza e sicurezza in cambio di concessioni nelle industrie estrattive, ma anche campagne di disinformazione a sostegno dei partiti al governo.

Il rapporto inedito dell'Unione europea in cui si descrive l'attività del gruppo Wagner in Africa

Le offerte sono personalizzate e confezionate per soddisfare le varie esigenze e i desideri dell’élite locale. La combinazione usata dalla Russia in Africa prevede cooperazione politica, trasferimenti di armi e investimenti strategici: «Offriamo aiuti e contratti commerciali, senza condizioni politiche o di altro genere, contrariamente a quanto fanno i paesi occidentali che usano pressioni, intimidazioni e ricatti», ha detto Putin al forum economico russo africano a Sochi, dove sarebbero stati firmati 92 tra accordi e pre-accordi economici per assicurarsi concessioni su petrolio, gas ed estrazioni di minerali. In cambio di denaro e immunità, i mercenari del gruppo Wagner sono riusciti a espandere la loro influenza commerciale ed economica in Africa e appropriarsi di aree strategiche ricche di oro e diamanti. Per esempio in Sudan, che è stata porta d’ingresso di Mosca in terra d’Africa, dove sono presenti le società minerarie e finanziarie Meroe Gold, M-Invest e M-Finances, tutte satelliti dell’impero dell’oligarca Yevgeny Prigozhin. E in Mali, dove divisioni religiose e politiche alimentano un conflitto decennale. Ma i mercenari hanno cambiato funzioni e giocato ruoli decisivi anche in Mozambico, Madagascar, e soprattutto in Repubblica Centrafricana. Secondo i funzionari di Bruxelles, ci sarebbero almeno 3mila mercenari russi in Repubblica Centrafricana, distribuiti tra la base di Bérengo, la capitale Bangui e le zone occidentali e centrali del paese, in cui si trovano le basi satellitari, nelle immediate vicinanze delle aree minerarie di Lobaye Invest. Inoltre, in queste zone, secondo rapporti interni ottenuti da Domani, gli omicidi, gli stupri e gli abusi, principalmente nei confronti di civili musulmani sono ampiamente documentati e riconducibili ai mercenari russi.

In Repubblica Centrafricana, dove secondo le Nazioni unite almeno 3 milioni di persone necessitano di aiuti umanitari, i mercenari del gruppo Wagner sono riusciti ad appropriarsi di aree strategiche ricche di oro e diamanti.

Il presidente centrafricano Faustin-Archange Touadéra ha chiesto ufficialmente l’aiuto della Russia nel febbraio del 2017 per proteggere le infrastrutture e i membri del governo e contrastare i ribelli; curando anche l’addestramento delle forze di sicurezza centrafricane.

Un anno più tardi, nel 2018 Touadéra ha nominato come capo del Consiglio per la sicurezza nazionale un ex agente dell’intelligence russa, Valeri Zakharov, mentre nello stesso periodo gli uomini della neonata compagnia privata Sewa Security Services hanno cominciato a occuparsi della sicurezza personale del presidente.

Il capitolo del rapporto dell'Ue sul gruppo Wagner in Africa

Secondo un rapporto interno dell’Unione europea dello scorso febbraio, gli uomini del gruppo Wagner sono schierati a Bérengo, 40 chilometri a sud ovest della capitale Bangui, nell’ex palazzo dell’imperatore Bokassa.

Uomini, armi e attrezzature minerarie passano invece per l’aeroporto di M’Poko, dove atterrano gli aerei russi Antonov10 e vengono addestrate le forze armate centrafricane. Due basi militari russe sono presenti anche nel nord est del paese, dove la società russa attiva nel settore minerario, la Lobaye Invest, ha ottenuto varie licenze operative per i siti minerari di Yawa, Pama, Ndele, Bria, Birao e Alindao. A capo, secondo il rapporto interno dell’Unione Europea, ci sono Evgeni Khodotov e Yevgeny Prigozhin: uomini della cerchia ristretta del presidente russo Vladimir Putin, il secondo, come detto, sospettato di finanziare il gruppo Wagner.

Mali russo

In Mali il gruppo Wagner è arrivato in settembre 2020 con l’obiettivo di fornire protezione ai funzionari del governo e addestrare i militari maliani. E ancora, donazioni di elicotteri d’attacco russi, MI-171 con armi e munizioni, in cambio di investimenti minerari. L’arrivo ha coinciso con la retorica filo-russa condivisa nei social media maliani, dove sono stati rappresentati come guerrieri russi con ali d’angelo. Il modo in cui i mercenari vengono pagati in Mali rimane oscuro, ma secondo il generale Stephen Townsend, capo del comando per l’Africa degli Stati Uniti, lo scambio prevede 10 milioni di dollari al mese e risorse naturali come oro e altri minerali. Con l’arrivo dei mercenari russi per addestrare l’esercito e in seguito al colpo di stato che ha portato alla rimozione del presidente Ibrahim Boubacar Keïta, l’Unione europea ha sospeso alcune delle missioni di addestramento. I funzionari di Bruxelles ribadiscono che la presenza dei mercenari Wagner in Mali è incompatibile con il coinvolgimento e l’impegno dell’Unione europea nel paese. La «fermezza» dell’Ue si accompagna alla mancanza di «garanzie dalla giunta del Mali», ma anche a «rischi politici, di sicurezza e legali per la missione», si legge nel rapporto.

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