Stordire con i suoni

La polizia di frontiera si arma con il cannone sonico

  • Poco prima che Fabrice Leggeri, capo dell’Agenzia europea Frontex, venisse formalmente accusato dal parlamento europeo per aver distrutto prove di respingimenti illegali operati dal governo greco ai danni di richiedenti asilo “scomparsi” e deportati oltre confine, ecco il vice-presidente della Commissione Europea, il greco Margaritis Schinas, recarsi a Evros per lodare i «guardiani del confine esterno».
  • A cosa si riferiva esattamente Schinas nello sperticarsi per tanta modernità? L’industria della sicurezza da tempo si ingegna sull’innovazione tecnologica, cercando risposte tanto efficaci quanto capaci di risparmiare lo strazio del contatto diretto.
  • Un mese fa, per esempio, un lancio della Deutche Welle ha annunciato il dispiegamento sulla frontiera di Evros di un “cannone sonico” che genera onde sonore che disorientano e feriscono chi si trova esposto sulla linea diretta di fuoco: è progettato per essere impiegato in azioni di controllo della folla.

     

Il fiume Evros segna il confine europeo fra la Grecia e la Turchia. Qui per anni hanno tentato il guado le famiglie di rifugiati che temevano la rotta del mare sull’Egeo. Qui viene costruito il confine che la retorica sovranista incita a proteggere, esitando – ma nemmeno troppo - a definire il nemico. Da queste parti i primi a muoversi furono i bulgari, con il presidente Bojko Borisov (un passato da body guard e ministro degli interni) fiero di portare a passeggio i suoi omologhi europei lungo

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