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Migranti: l’accordo con la Tunisia è un mistero che vale 10 milioni

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I ministeri degli Esteri e degli Interni hanno risposto a una richiesta di accesso agli atti presentata da Giulia Crescini, legale dell’Associazione studi giuridici per l’immigrazione, negando l’esistenza di accordi bilaterali tra i due paesi. Eppure le autorità tunisine parlano di oltre 10 milioni per l’acquisto di radar, mezzi e imbarcazioni rapide

  • Lo scorso ottobre, rilevando potenziali aspetti problematici nella tutela dei diritti umani, non solo i giuristi italiani, ma anche gli avvocati tunisini di Sans Frontières e di Ftdes, il Forum tunisino per i diritti economici e sociali, avevano presentato alle autorità competenti di entrambi i paesi, Italia e Tunisia, richieste di accesso civico per conoscere il contenuto delle intese.
  • «Tali disposizioni ed accordi dovrebbero essere pubblici, al fine di consentire alla società civile di entrambi i paesi, in questo caso, Italia e Tunisia, di avere pieno accesso alle azioni della pubblica amministrazione e di verificarne il rispetto dei diritti fondamentali», spiega a Domani la legale di Asgi, Giulia Crescini. E ipotizza: «questo accordo può andare nella direzione di un progressivo cambio di posizionamento della Tunisia nel quadro della gestione della migrazione nel Mediterraneo.
  • Intanto, dal Viminale non si sbilanciano sull’esistenza degli accordi tra Italia e Tunisia; mentre dalla Farnesina dicono: «Abbiamo già precisato, proprio rispondendo alle richieste di Asgi che in occasione della visita del Ministro Di Maio e della Ministra Lamorgese non è stato firmato alcun accordo. Successivamente, sono invece proseguiti i contatti tra Italia e Tunisia, per definire le modalità tecniche di un impegno italiano». 

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