Migranti residenti in Italia, ma portati per l’isolamento anti-Covid sulle navi quarantena e trattenuti per più giorni senza il rispetto delle norme sanitarie. Adesso la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, e il ministro della Salute, Roberto Speranza devono spiegare.

Il presidente della commissione di Inchiesta sul caso Giulio Regeni, Erasmo Palazzotto, di Liberi e Uguali, ieri ha presentato alla Camera un’interrogazione per chiedere di fermare immediatamente questa procedura: «Il trasferimento delle persone risultate positive al Covid e portate, in maniera coatta, sulle navi quarantena per trascorrere il periodo di isolamento, è una prassi illegale e discriminatoria che viola la libertà personale garantita a tutti dalla nostra Costituzione». 

Come mostrato in esclusiva da Domani, alcuni migranti residenti da più tempo in Italia, sono sono stati trasferiti sulle navi quarantena, e lì non sono più stati visitati da un medico e lasciati per più giorni con la stessa mascherina e le stesse lenzuola.

Le condizioni in cui versano, dice Palazzotto, «li rende paradossalmente più in pericolo su una nave con tutti positivi, che altrove. Si tratta di un fatto grave».

Per il deputato siamo in presenza di un «abuso delle cosiddette navi quarantena per persone migranti, rifugiati e richiedenti asilo che si trovano nel nostro paese, anche nei confronti di chi ha regolare permesso di soggiorno e domicilio».

Un approccio «discriminatorio fortemente lesivo dei diritti fondamentali dei migranti».

Palazzotto chede di bloccare l’uso delle navi quarantena immediatamente, anche per i migranti appena arrivati: «Al fine di garantire loro un’assistenza sanitaria degna, prevedendo anche trasferimenti tempestivi presso strutture ospedaliere adeguate».  Le procedura, dice, «ha portato alla drammatica morte di Abou», il quindicenne ivoriano morto in circostanze da chiarire subito dopo essere stato portato via urgentemente da una nave quarantena nel porto di Palermo. Il ragazzo portava addosso i segni delle violenze subite in Libia ed era denutrito: «Qualcosa che ci spaventa e a cui non si dovrebbe assistere in un paese civile».

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