A partire dalla stagione appena iniziata, il campionato di calcio di Serie A è visibile anche su TimVision, la piattaforma di streaming della Tim che ha sottoscritto un accordo con DAZN, che si è aggiudicato l’asta per la trasmissione delle partite. Così, da qualche settimana, in tv e sul web stanno circolando alcuni spot di TimVision con protagonista Lino Banfi, il celebre attore de “L’allenatore nel pallone”, pellicola da cui sono nate diverse citazioni entrate ormai nell’immaginario collettivo.

Una di queste è “porca puttena”, frase che il protagonista Oronzo Canà pronuncia in moltissime occasioni e che la Tim ha scelto come slogan per lo spot pubblicitario sulla Serie A. Trovando, tuttavia, la forte opposizione del Moige – il Movimento italiano genitori onlus – che ha criticato l’utilizzo della locuzione definendola «di cattivo gusto». Il Movimento ha dunque presentato nei giorni scorsi una denuncia all'Istituto di autodisciplina pubblicitaria e al Comitato tv minori.

«Una nuova iniziativa contro la volgarità in tv che dimostra in modo chiaro come uno degli scopi del Moige sia battersi contro la violenza e la volgarità, soprattutto quando può recare danno ai minori, senza alcun pregiudizio. Le aziende come Tim devono trovare altre strade per coinvolgere il pubblico, evitando di scadere nella trivialità più assoluta, considerando anche che gli spot sono mandati in onda in fascia protetta e che una buona parte del pubblico è composta da famiglie e minori», aveva aggiunto Elisabetta Scala, vicepresidente e responsabile dell’Osservatorio media Moige.

Spot censurato?

È notizia di oggi invece la decisione di TimVision di modificare il proprio spot, mandandone in onda una versione diversa per la fascia protetta tra le 16 e le 19. L’azienda, tuttavia, in un comunicato ha precisato che «non vi è stata alcuna censura» e che «la diffusione degli spot previsti a supporto dell'offerta calcio sta proseguendo secondo quanto pianificato lo scorso luglio», visto che «non risulta nessun provvedimento del Giurì dell'Istituto di autodisciplina pubblicitaria o del Comitato media e minori.

Il Moige, invece, in una nota ha espresso la propria soddisfazione, ringraziando anche l’azienda per la disponibilità: «Non si tratta di una vittoria di altri se non dei diritti dei minori in tv e sul web, troppo spesso trascurati in sede di programmazione e realizzazione degli spot e dei programmi», si legge. «Quanto accaduto dimostra quanta strada resta da fare, anche se è incoraggiante cominciare finalmente a parlare di diritti dei minori in tv e sul web. Tali questioni, che ad alcuni osservatori appaiono retrive e passatiste, sono state da tempo recepite dalle istituzioni e anche dalla società civile: basti citare il codice di autoregolamentazione tv e minori, le tante delibere Agcom sul tema, l'attività dell'Osservatorio di Pavia».

Il Movimento dei genitori ha anche precisato che la richiesta non sottintendeva una critica a Banfi: «Oggetto dell'intervento è stato lo spot Tim, non il suo protagonista, e oggetto della richiesta è stata non la cancellazione dai palinsesti e dal web della clip TimVision ma l'esclusione dal circuito dei minori, come doveroso in questi casi. Non si è trattato quindi di una richiesta di censura, come erroneamente riportato da alcuni osservatori, né di un qualsiasi attacco o denuncia personale a Lino Banfi, personaggio amatissimo da tutti gli italiani: si è trattato di una semplice richiesta/segnalazione di mostrare agli adulti uno spot adatto agli adulti».

L’attore, che tra le altre cose è anche ambasciatore di Unicef nel mondo, non ha invece commentato la vicenda.

La citazione agli Europei 

La frase di Oronzo Canà era tornata in auge questa estate, in occasione degli Europei di calcio vinti dall’Italia. Ciro Immobile e Lorenzo Insigne, infatti, avevano omaggiato l’attore con la sua celebre battuta durante le loro esultanze dopo alcuni gol della Nazionale. Poi, nel post-partita, avevano raccontato che il siparietto era stato concordato proprio con Banfi.

Cos’è il Moige

Il Moige è un’organizzazione che lotta per la protezione e la sicurezza dei bambini, attraverso azioni di intervento e prevenzione sui problemi dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. È stata fondata nel 1997 da Maria Rita Munizzi e Antonio Affinita, allora genitori di due gemelli, che insieme ad altre famiglie hanno deciso di dedicarsi in concreto alla protezione dei diritti di genitori e minori nel nostro paese. L’Osservatorio media del Moige è un team qualificato di esperti del settore che monitora i palinsesti televisivi per evitare che vengano veicolati messaggi negativi per i bambini.

Non è la prima volta che il Moige interviene contro alcuni spot ritenuti diseducativi. In molte occasioni, tuttavia, il Movimento è stato accusato di voler imporre ai contenuti televisivi una sorta di censura, rendendolo un mezzo libero di trasmettere esclusivamente informazioni e immagini aderenti a un modello predefinito di società, non applicabile a tutti i cittadini.

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