Mettere limiti?

Mario Monti e la pessima idea sul controllo delle informazioni durante la pandemia

  • La Costituzione valorizza la rilevanza della libertà di stampa, nell’ambito di quella di espressione, tutelandola rispetto a ingerenze dei pubblici poteri. Il fatto che in pandemia molte libertà siano state oggetto di restrizioni non è un buon motivo per sacrificarne anche altre.
  • A parere di Monti l’emergenza sanitaria, assimilabile a uno stato di guerra, renderebbe necessario intervenire sull’informazione. Ma la pandemia non è una guerra, come riconosciuto anche dalla Corte costituzionale, quindi le affermazioni del senatore sono prive di fondamento.
  • Prima di accennare a metodi “non democratici” o altre forme di limitazione dei media per combattere la disinformazione, serve capire l’origine del problema. La “cattiva” informazione si colloca negli spazi lasciati vuoti da chi avrebbe il compito istituzionale di una “buona” comunicazione.

Qualche giorno fa il senatore a vita Mario Monti, nel corso di una trasmissione televisiva, ha parlato della comunicazione relativa al Covid. Secondo il senatore, servirebbero «modalità meno democratiche nella somministrazione dell'informazione» - decise dal governo d’intesa con le autorità scientifico-sanitarie - poiché «in una situazione di guerra si devono accettare delle limitazioni alle libertà». Il giorno dopo, l’ex presidente del Consiglio ha riconosciuto di aver usato «un’espressione in

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