Simbolo di un’epoca e protagonista di uno dei musical più importanti della storia del cinema, Grease, l’attrice e cantante Olivia Newton-John è morta a 73 anni nel suo ranch della California. Lo ha annunciato la sua famiglia e lo ha confermato su Facebook il marito, John Easterling. Le cause della morte non sono state rese note, anche se in passato le era stato diagnosticato un cancro al seno. Era stata operata una prima volta nel 1992, ma la malattia si era ripresentata qualche anno dopo, nel 2013. Da allora era diventata una convinta sostenitrice della ricerca contro il cancro.

Anche se non era sempre amata dalla critica, negli anni Settanta e Ottanta era diventata una stella della musica, capace di scalare le classifiche con la sua voce flebile e riconoscibilissima. Ma è nei panni di Sandy Olsson che era diventa davvero famosa, a livello internazionale, accanto a John Travolta in Grease (1978). Interpretava una ragazza innocente che scopriva la ribellione (e i pantaloni di pelle).

Su Instagram John Travolta l’ha ricordata così: «Mia carissima Olivia, hai reso le nostre vite molto migliori. (…) Tuo, dal primo momento che ti ho visto e per sempre, Danny».

Una vita per la musica

Ma da quel film è tratto anche uno dei suoi maggiori successi: la canzone Hopelessly Devoted to You, una ballata in crescendo che ha ricevuto una nomination al premio Oscar alla migliore canzone originale nel 1979. Era scritta appositamente per esaltare le sue qualità vocali.

D’altronde la musica era sempre stata la caratteristica preminente della sua vita. Nata a Cambridge il 26 settembre 1948, si era trasferita con la famiglia in Australia a 5 anni. Già durante la scuola aveva iniziato a cantare, fondando un primo gruppo con alcuni compagni. Nel 1966 in Inghilterra, dove era andata in un viaggio premio per avento un concorso musicale, aveva inciso il suo primo singolo: Till You Say Be Mine.

Negli anni aveva saputo reinventarsi più volte, riscoprendo il successo. Come nel 1981 quando aveva inciso Physical, un tormentone che l’aveva portata ad esplorare tinte sonore molto diverse da quelle di Grease. Fino ai tempi più recenti, quando aveva partecipato a un altro musical di tutt’altra natura: è stata la guest star in una puntata di Glee, nel 2010.

Di mezzo ci sono state altre canzoni da classifica, altri ruoli al cinema e in televisione, il trauma della malattia e la forza di testimoniarne la lotta. «Amo cantare, è tutto ciò che so fare – aveva detto in un'intervista –. È la mia vita».

(In aggiornamento)

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