La procura sta indagando sulle circostanze del suicidio. Sono già stati sentiti i familiari e sono stati posti sotto sequestro il cellulare e il computer del medico di Mantova. Dalle prime informazioni sembra che si sia impiccato nella sua abitazione
La procura di Mantova ha aperto un’indagine sulla morte di Giuseppe De Donno, ex primario dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, conosciuto durante la lotta al Covid-19 per aver curato i pazienti con la terapia del plasma iperimmune. Non sono ancora chiare le circostanze della morte del medico, che sembrerebbe essersi tolto la vita impiccandosi nel seminterrato della sua abitazione a Eremo, una frazione di Curtatone in provincia di Mantova.
È accaduto nel pomeriggio di martedì 27 luglio, quando non c’era in casa nessuno, senza lasciare nessun messaggio. Le autorità hanno messo sotto sequestro il cellulare e il computer di De Donno e hanno già sentito i familiari per indagare le motivazioni dietro al gesto.
Giuseppe De Donno aveva 54 anni e dal 2018 era primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma. Dall’inizio di giugno aveva lasciato l’ospedale per diventare medico di medicina generale a Porto Mantovano, attività che aveva iniziato il 5 luglio.
Durante la pandemia, il medico mantovano in poco tempo diventò il primario più conosciuto d’Italia, da molti ricordato come il medico che ha «salvato molte vite»: con il collega Massimo Franchini, primario del Trasfusionale del Carlo Poma, prima che fosse disponibile il vaccino, avevano iniziato a curare i pazienti affetti da Covid-19 con la terapia del plasma iperimmune. Facevano quindi trasfusioni di sangue di persone guarite dall’infezione, opportunamente trattato, ad altri pazienti infetti per aiutare il loro sistema immunitario a contrastare il virus.
Opinione pubblica
Sui social sono stati molti i messaggi di cordoglio per la morte di De Donno, che è stato elevato a eroe dai manifestanti no vax durante le proteste del 28 luglio, al grido «Liberi di scegliere». «È stato ucciso uno dei più grandi medici italiani. È stato ucciso perché aveva trovato la più grande cura gratuita. De Donno veglia su di noi», ha detto al megafono l'avvocato Edoardo Polacco, durante la contestazione di piazza del Popolo a Roma.
Da assiduo frequentatore di Facebook, sembra che De Donno qualche mese fa avesse smesso di utilizzare il social network perché si era reso conto che molti suoi follower erano no vax.
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