Il 12enne Archie Battersbee, in coma irreversibile da quattro mesi, è morto oggi circa due ore dopo l’interruzione della respirazione artificiale decisa dai medici all’Ospedale reale di Londra. La madre Hollie ha detto che era «Un bambino così bello. Ha lottato fino alla fine».

Il caso di Battersbee era divenuto famoso per la decisione dei genitori di opporsi alla decisione dei medici di interrompere il supporto vitale. Battersbee era stato trovato in casa privo di conoscenza lo scorso aprile. Dopo una serie di esami, i medici hanno ritenuto che la sua situazione fosse irreversibile e hanno quindi deciso di interrompere il supporto vitale, che includeva anche la ventilazione artifificiale.

I genitori però si sono opposti alla decisione, e agli esami che hanno portato i medici a prenderla. Lo scorso luglio, però, un tribunale ha dato loro torto. Uno dei giudici, Anthony Hayden, ha definito quello che è successo ad Archie come una «tragedia di dimensioni incommensurabili». Ma ha anche detto che le prove mediche sono unanimi. Proseguire il trattamento sarebbe solo come prolungarne la morte. La corte ha però deciso di non rendere immediatamente esecutiva la sentenza.

I genitori hanno così avuto la possibilità di fare ricorso alla Corte europea, che però ha respinto la richiesta sostenendo che il caso esce dalla sua giurisdizione.

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