Il corpo senza vita di Antonio Catricalà, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed ex garante dell'Antitrust, è stato trovato sul balcone del suo appartamento in via Antonio Bertoloni, nel quartiere Parioli. La procura di Roma ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio, un atto dovuto per poter svolgere l'autopsia del corpo.

Catricalà, nato a Catanzaro 69 anni fa, nella sua lunga vita professionale ha rivestito molti ruoli: avvocato di cassazione, consigliere di stato dal 1982, presidente dell’autorità antitrust che ha cambiato profondamente la prassi della authority per la concorrenza, sottosegretario alla presidenza del consiglio con il governo di Mario Monti, e poi viceministro per lo sviluppo economico nel breve governo di Enrico Letta, Catricalà fa parte di quella schiera di alti funzionari e professionisti della magistratura amministrativa capace di muoversi nel delicato terreno in cui l’interesse pubblico e quello privato si incontrano.

Giovanissimo, a 30 anni, Catricalà rappresentò lo stato nel processo Moro. Il suo primo arrivo nelle stanze di governo risale al 1994 quando divenne capo di gabinetto del ministero della funzione pubblica del primo governo Berlusconi, poi in quello delle comunicazioni con il varo del primo governo Prodi e di nuovo alla funzione pubblica con D’Alema. Fu con Maccanico e quindi con il primo governo di centrosinistra dell’era post Dc che Catricalà riuscì a trovare il modo di salvare Rete4 e evitare con un intervento legislativo che finisse sul satellite.

Gli anni all’Antitrust

Capace, nei ruoli più legati alla politica di appianare i conflitti, di trovare il compromesso, la sua esperienza più significativa resta però quello di presidente dell’autorità per la concorrenza. Insediatosi alla guida dell’authority nel 2005, in pieno governo Berlusconi, Catricalà l’ha guidata fino al 2011 e nei suoi sei anni ha esercitato i nuovi poteri sulla concorrenza bancaria e sulle  pratiche commerciali scorrette diffondendo in Italia una cultura della concorrenza spesso disconosciuta e adottando prassi più internazionali come quella di dialogare con le aziende chiedendo il rispetto di impegni precisi.

Quando Mario Monti, che da commissario europeo di antitrust e cultura di impresa si è occupato a lungo, è diventato presidente del consiglio in un governo di emergenza, lo ha voluto come sottosegretario alla presidenza del consiglio. Contemporaneamente Catricalà si è sempre mosso a suo agio anche con gli interlocutori politici. 

Dopo l’incarico nel governo tecnico di Mario Monti, anche Enrico Letta premier di un governo di larghe intese che andava da Forza Italia al Pd, lo ha voluto come vice ministro allo sviluppo economico con delega alle comunicazioni. 

Il ritorno all’avvocatura

Nel 2014 ottenne il sostegno diretto di Berlusconi - l’incarnazione del conflitto di interessi all’italiana – Gianni Letta e Denis Verdini, come candidato alla Corte costituzionale in ticket con il democratico Luciano Violante, entrambe figure che potevano attrarre consensi bipartisan, ma Forza Italia e il resto del centrodestra si spacca offrendo consenso anche a Donato Bruno più vicino a Cesare Previti, tanto che dopo la prima tornata Catricalà ritirerà alla candidatura e tornerà alla carriera professionale da avvocato. Contemporaneamente ha tenuto per anni corsi di diritto dei consumatori alla università Luiss di Roma. Nel 2017 è diventato presidente di Aeroporti Roma, la società della famiglia Benetton, che gestisce gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. 

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