«L’assetto aereo Frontex che per primo ha individuato l’imbarcazione dopo le 22 del 25 febbraio a 40 miglia nautiche dall’Italia non aveva segnalato una situazione di pericolo o distress a bordo, evidenziando la presenza di una persona sopra coperta e altre sotto coperta e una buona galleggiabilità dell’imbarcazione. Poi c’è stato un peggioramento delle condizioni meteo», così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi prova a rimbalzare le responsabilità del naufragio sulle coste di Cutro – durante il quale sono morte almeno 66 persone – all’Agenzia di frontiera europea.

Nella giornata di ieri Frontex aveva detto all’Ansa che aveva segnalato: «un’imbarcazione pesantemente sovraffollata che si dirigeva verso le coste italiane: come sempre in questi casi, abbiamo immediatamente informato tutte le autorità italiane dell’avvistamento». Secondo una prima ricostruzione, nonostante la segnalazione, la guardia costiera non ha predisposto nessuna missione di salvataggio.

Le indagini chiarificheranno l’accaduto, al momento sono quattro gli scafisti individuati e in stato di fermo, sono accusati di aver condotto l’imbarcazione che dalla Turchia è arrivata in Italia trasportando oltre 120 persone. 

Il ministro Piantedosi è intervenuto in tarda mattinata in Commissione Affari costituzionali alla Camera per annunciare le linee programmatiche del dicastero. Un programma politico incentrato soprattutto sulla questione migratoria. Il ministro ha annunciato potenziamenti dei centri di accoglienza (soprattutto Cara e Cas), nuovi investimenti in Africa, missioni congiunte con la Francia in Tunisia e Libia per contrastare l’immigrazione illegale e chiede anche un potenziamento del piano europeo di ricollocamento dei migranti.

L’intervento di Schlein

In commissione ha preso parola anche la neo segretaria del Partito democratico, Elly Schlein che ha definito «indegne», «disumane e totalmente inaccettabili», le dichiarazioni del ministro Piantedosi degli altri giorni in cui aveva detto: «Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità di non chiedermi cosa devo aspettarmi dal luogo in cui vivo ma cosa posso fare io per il paese in cui vivo per il riscatto dello stesso».

La neo leader del Pd ha attaccato Piantedosi: «Le persone che partono fuggono da qualcosa, situazione che lei dall’alto dei suoi privilegi non ha vissuto neanche da lontano». Al ministro ha chiesto: «Chi è lei per stabilire che cosa giustifichi o meno la disperazione se la scelta è tra il rischio di morte per tortura e il rischio di morire in mare?».

Durante il suo intervento Schlein si è anche focalizzata sulle falle del sistema di accoglienza europeo e nazionale che non garantisce alternative legali e sicure di accesso per i richiedenti asilo che hanno diritto di esercitare un loro diritto tutelato dalla Convenzione internazionale di Ginevra. 

Tornando sul naufragio, Schlein ha anche chiesto spiegazioni al ministro del mancato intervento da parte della Guardia costiera, dopo che nelle ultime ore il capitano della guardia costiera di Crotone, Vittorio Aloi, ha detto che si poteva uscire in quelle condizioni meteorologiche. «Il mare era forza 4, si può uscire anche con forza 8», ha detto ai giornalisti.

«Dal punto di vista delle responsabilità politiche, solo le dichiarazioni suggeriscono le sue dimissioni e per Giorgia Meloni una riflessione profonda», ha detto Schlein che promette di utilizzare ogni mezzo disponibile per fare luce sull’accaduto.

Il piano per risolvere la crisi migratoria è quello di chiedere a Bruxelles una missione di ricerca e soccorso in mare, una riforma del trattato di Dublino oltre a evitare la solita criminalizzazione delle ong. «Chiudo rimarcando l’assenza grave della voce della premier Meloni, non soltanto su quello che è accaduto in queste ore a Crotone ma anche dei fatti di Firenze», ha detto Schlein riferendosi all’attacco del movimento neofascista azione studentesca contro alcuni studenti del liceo Michelangiolo.

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