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‘Ndrangheta a Roma, il complice del boss Alvaro e la “soffiata” dell’amico eletto con Fratelli d’Italia

  • Il boss Vincenzo Alvaro, a Roma, ha costruito un impero attraverso una rete di teste di legno e prestanome, ha gestito attività commerciali in diversi settori, tra gli altri, della panificazione, della gastronomia, della ristorazione. Sperava nella prescrizione per salvarsi dalle condanne. Le minacce della figlia allo Stato. E le strategia per camuffare le proprietà.
  • Emerge dall’inchiesta della procura antimafia di Roma che ha portato in carcere 24 persone, 2 ai domiciliari, sospettate di appartenere alla locale romana della ‘ndrangheta. 
  • Pomponio si è occupato anche di un ristorante a Fonte Nuova, in provincia di Roma, dove è entrato in rapporti con i proprietari delle mura, il cui figlio è consigliere comunale nel partito di Giorgia Meloni, Cristian Capriotti, non indagato.

La ‘ndrangheta a Roma. Famiglie storiche del crimine organizzato calabrese che in vent’anni hanno eretto un potere quasi invisibile agli occhi distratti dei romani. Eppure l’impero che hanno costruito ha beneficiato di amicizie e connivenze con la società della capitale. Professionisti, imprenditori, politici, nati e cresciuti a Roma, che hanno agevolato l’ascesa dei padrini calabro-romani. Nelle carte in mano agli investigatori c’è traccia anche dei legami dei capi clan con impresari membri di

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