Nel Regno Unito, governo e scienziati temono che il paese sia di fronte a una terza ondata di Covid-19, causata questa volta dalla nuova variante Delta del coronavirus, più contagiosa e potenzialmente più letale di quella Alpha, la cosiddetta “inglese”, attualmente dominante in gran parte d’Europa. Ora si parla di rimandare la riapertura definitiva, fissata in Inghilterra per il 21 giugno.

Ieri i nuovi casi identificati sono stati seimila, il doppio esatto di quelli registrati martedì scorso. L’incremento è ancora più rapido in gran parte della Scozia e in alcune aree a nord ovest del paese, particolarmente colpite dalla nuova variante.

Per il momento i casi sono ancora pochi, ma il ritmo al quale stanno aumentando è superiore a quello dello scorso settembre, quando gli esperti hanno consigliato di adottare il lockdown.

Crescono anche le ospedalizzazioni, ma molto più lentamente. Un segno, dicono gli esperti, che i vaccini stanno funzionando, proteggendo le persone più vulnerabili e impedendo alla malattia di progredire allo stadio più serio negli altri.

A oggi circa metà della popolazione adulta britannica è stata vaccinata con due dosi, mentre tre quarti hanno ricevuto almeno una dose.

Variante Delta

Circa tre quarti dei nuovi casi nel paese sono causati della variante Delta. Non è chiaro quanto questa variante sia resistente ai vaccini, ma sembra ormai chiaro che è in grado di ridurne in maniera piuttosto significativa l’efficacia dopo una prima dose, mentre la vaccinazione completa continua a garantire una protezione molto alta.

Secondo il ministero della Salute britannico, su 12.383 casi di variante Delta, precedentemente conosciuta come “variante indiana”, 126 sono stati ricoverati, di cui solo tre completamente vaccinati.

Ancora più incerta è la sua pericolosità, cioè quanto è severa la malattia che causa. Secondo alcune ricerche questa variante ha un rischio di ospedalizzazione che è doppio rispetto alla variante Alpha, ma la maggior parte degli esperti è prudente su questo aspetto.

Gli effetti

La stima più pessimistica sui potenziali effetti della variante è stata realizzata dal gruppo Spi-M dell’università di Warwick: una variante il 40 per cento più contagiosa, come la Delta, potrebbe causare un picco di ospedalizzazioni pari a 6mila al giorno, superiore a quello della prima e della seconda ondata, quando il massimo di ricoveri giornalieri è stato pari a 4mila. Se la variante fosse il 50 per cento più contagiosa, le ospedalizzazioni potrebbero arrivare fino a 10mila al giorno.

Si tratta di previsioni e stime non ancora confermate e molto dipenderà da cosa succederà nei prossimi giorni. L’atmosfera nel paese è quella dell’attesa. Alcune delle città più colpite in questi giorni stanno già mostrando i primi segni di calo dei contagi. Molti, però, continuano a chiedere un rinvio della riapertura per evitare il peggio.

Tutto dipenderà da cosa accadrà la prossima settimana. Se i casi torneranno a diminuire in maniera generale è probabile che tutto possa procedere normalmente. Se invece dovessero continuare ad aumentare nessuno può dire dove si fermeranno.

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