Matteo Renzi ha violato le regole sulla quarantena partecipando alle consultazioni subito dopo essere tornato da un viaggio in Arabia Saudita senza effettuare neanche uno dei 14 giorni di isolamento fiduciario previsti? Tutti gli elementi fanno pensare di sì.

La regole

Partiamo dalle regole che Renzi avrebbe violato. Il Dpcm del 3 dicembre, quello approvato in vista delle ferie di Natale, stabilisce all’articolo 8, primo comma, una serie di obblighi che devono essere rispettati da tutte le persone provenienti dai paesi presenti negli allegati E e D (elenchi che includono sostanzialmente tutti i paesi del mondo esclusa gran parte d’Europa).

Il primo è che chi ritorna da questi paesi ha l’obbligo di sottoporsi a un periodo di isolamento fiduciario. Appena scesa dall’aereo, la persona è tenuta a informare la sua azienda sanitaria competente del domicilio in cui intende trascorrere i 14 giorni in cui dovrà rimanere a casa.

Una volta effettuata questa comunicazione, è necessario procedere direttamente verso la propria abitazione con un mezzo privato (oppure è possibile prendere un altro aereo per avvicinarsi alla propria residenza), senza fare soste o deviazioni.

A quel punto, la persona viene sottoposta a 14 giorni di sorveglianza sanitaria, durante i quali non ci si può spostare da casa, non si possono avere contatti sociali, bisogna sempre rimanere disponibili per eventuali comunicazioni da parte delle autorità sanitarie. Infine, è necessario misurarsi due volte al giorno la temperatura.

Queste regole, in scadenza lo scorso 15 gennaio, sono state rinnovate con l’ultimo Dpcm. Al momento del ritorno di Renzi, l’Arabia Saudita continuava a figurare nei paesi che fanno parte dell’elenco E, verso i quali si può viaggiare «solo in presenza di precise motivazioni» e che impongono «obbligo di isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria all’ingresso/rientro in Italia».

Cosa ha fatto Renzi?

Matteo Renzi è tornato dall’Arabia Saudita nella notte tra il 25 e il 26 gennaio, atterrando tra le 2 e le 3 di mattina all’aeroporto Fiumicino di Roma. Renzi si trovava nel paese per partecipare a una conferenza organizzata dal fondo controllato dal governo saudita di cui è consulente. Si può quindi sostenere che avesse le «precise motivazioni» necessarie a giustificare un viaggio in Arabia Saudita.

Non sappiamo invece se al suo arrivo Renzi abbia compilato un’autocertificazione e abbia fornito i recapiti del luogo in cui intendeva trascorrere l’isolamento fiduciario (Domani ha interpellato Renzi per sapere la sua versione della vicenda, ma non è stato possibile avere una risposta).

Sappiamo però che ha violato diversi punti del Dpcm. Il 28 gennaio, infatti, Renzi ha partecipato insieme alla delegazione di Italia viva alle consultazioni indette al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (lo staff di Renzi ha fatto sapere nei giorni scorsi che prima dell’incontro il senatore si è sottoposto a un tampone risultato negativo). Successivamente, ha partecipato alle consultazioni con il presidente della Camera Roberto Fico. Per quanto ha potuto ricostruire Domani, negli ultimi giorni Renzi ha condotto una vita sostanzialmente normale, senza rispettare l’isolamento domiciliare, senza evitare contatti sociali e spostandosi normalmente.

Per sua fortuna, violare l’isolamento fiduciario è una delle infrazioni meno punite in tempo di pandemia. È prevista infatti soltanto una sanzione amministrativa da 280 euro. Se allo stesso tempo Renzi non avesse compilato l’autocertificazione delle ragioni che giustificavano il viaggio e la comunicazione alle autorità sanitarie del luogo dove intendeva trascorrere l’isolamento fiduciario, dovrebbe pagare altre due multe, ciascuna da 280 euro.

Le deroghe

Visto che lo stesso Renzi ha confermato di essere stato in Arabia Saudita e che tutto il paese lo ha visto partecipare alle consultazioni senza rispettare gli obblighi previsti dall’isolamento fiduciario, è possibile sostenere che non abbia commesso alcuna violazione?

Esistono delle deroghe all’obbligo di quarantena. La prima è valida per gli ingressi mediante voli «Covid-tested» autorizzati dal ministero (non sembra il caso di Renzi, tornato in Italia con un volo privato di emergenza). L’altra eccezione è quella che riguarda i funzionari pubblici che si trovano in missione ufficiale. Anche qui, non sembra sia il caso di Renzi. Il suo staff non è stato raggiungibile per ottenere una conferma di queste due circostanze o altre spiegazioni.

 

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