«I poliziotti chiedono semplicemente delle garanzie di lavoro operative serene, oltre una fruibile e adeguata tutela legale, al pari di quelle che stanno chiedendo i medici nei pronto soccorso e i professori aggrediti in classe» dice il segretario Siap
Il ministero dell’Interno ha di recente fatto circolare dei dati che rilevano un aumento sostanziale delle manifestazioni e dei feriti tra gli agenti di polizia in Italia. Nel 2024 sarebbero state organizzate 12.302 manifestazioni (una media di circa 34 al giorno, in crescita di quasi il 10 per cento rispetto al 2023), con 273 poliziotti feriti.
Il ministro Piantedosi ha parlato delle aggressioni nei confronti delle forze di polizia come di un fenomeno «ricorrente» e comunicato che la percentuale degli agenti feriti è cresciuta del 127,5 per cento.
I numeri forniti non sono al momento consultabili, ma Giuseppe Tiani, segretario generale del Sindacato italiano appartenenti polizia (Siap), tra le principali formazioni di rappresentanza del personale di polizia a livello nazionale, conferma a Domani che «la violenza nelle manifestazioni di piazza è aumentata in maniera esponenziale, lo attestano i referti medici dei nostri feriti e le segnalazioni che riceviamo dai colleghi».
Le voci degli agenti
Gli eventi critici, dice il Viminale, sono stati 322, in calo di circa il 19 per cento. Secondo Tiani «anche se gli scontri si sono ridotti, le manifestazioni fatte dal cosiddetto mondo antagonista e anarchico sono diventate molto violente».
Mentre il governo introduce il ddl Sicurezza aumentando i controlli, i reati e le sanzioni nei confronti di chi protesta, l’ipotesi di ampliare la tutela penale per gli agenti in servizio ha portato i sindacati a fare fronte comune esprimendosi contro l’idea di impunità e immunità delle forze dell’ordine. «I poliziotti chiedono semplicemente delle garanzie di lavoro operative serene, oltre una fruibile e adeguata tutela legale, al pari di quelle che stanno chiedendo i medici nei pronto soccorso e i professori aggrediti in classe», dice il segretario Siap. Per il Sindacato italiano lavoratori di polizia della Cgil non è attraverso l’approccio punitivo nei confronti di chi protesta, né con nuove forme di protezione giuridica, che gli agenti di polizia potranno essere maggiormente salvaguardati. Secondo Nicola Rossiello, responsabile nazionale del dipartimento Sicurezza sul lavoro di Silp Cgil, il problema di fondo è che la normativa per garantire la sicurezza degli agenti non viene applicata.
«L’amministrazione della Polizia di stato è particolarmente inadempiente e il problema è culturale: per le forze di polizia non si ritiene che la sicurezza sia centrale, ma si pensa che il rischio faccia parte del mestiere», sostiene Rossiello. «Per questo devo dire che incidenti e infortuni sono da addebitarsi in gran parte a una scarsa o difforme applicazione della normativa che esiste per mitigare i rischi sul lavoro».
La necessità di compiere valutazioni della sicurezza più adeguate nel corso di manifestazioni e altri interventi programmati da parte delle forze dell’ordine è una visione condivisa tra gli addetti ai lavori, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di mezzi difensivi.
«I casi di funzionari finiti al pronto soccorso perché non indossavano il casco o la maschera per proteggersi dalle esalazioni sono comuni. Ma questo è incomprensibile», aggiunge Rossiello, «perché l’obbligo parla chiaro». A mancare è anche un organismo di vigilanza che permetta di monitorare il modo in cui le forze di polizia applicano le dovute tutele nei confronti dei propri lavoratori. «Attualmente questa attività ispettiva è interna all’apparato di polizia. Quindi se un lavoratore vuole segnalare una mancanza grave in termini di salute e sicurezza, la segnala allo stesso soggetto che viola la norma», spiega Rossiello.
Se i dati ministeriali raccontano una violenza nei confronti delle forze dell’ordine sulla cui origine i sindacati sembrano non essere del tutto concordi, Amnesty International Italia, si concentra sulla polarizzazione radicata tra chi scende in piazza. «Anche un solo agente di polizia ferito, così come anche un solo manifestante, è una sconfitta per lo stato di diritto, in cui un rapporto di fiducia e rispetto reciproci tra forze di polizia e chi manifesta è fondamentale».
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