Susan John e Azzurra Campari sono morte suicide venerdì una dopo l’altra, mentre erano sotto la custodia dello stato, carcerate nell’istituto Lorusso e Cutugno. Ieri sera è arrivata la notizia di un altro detenuto trovato morto impiccato in Calabria, le ultime tre morti volontarie che hanno portato a 44 il numero di vittime di quest’anno nei penitenziari del paese. Alle Vallette, come viene chiamato l’istituto di Torino, ieri mattina, prima che si aggiungesse la notizia di Rossano, è arrivato il ministro della giustizia Carlo Nordio, accolto con i fischi. Ha detto che «la mente umana è insondabile» e che le «ragioni sono imperscrutabili».

Ha ammesso però che i problemi ci sono, e li conosce benissimo, ma le proposte che ha lanciato rischiano di ritardare la reazione a quella che si configura come un’emergenza, tra sovraffollamento e caldo, senso di solitudine, sofferenza psichica. Mentre Nordio attraversava i corridoi, dietro le sbarre è partita la protesta dei detenuti. I fischi si sono sentiti fino al cancello principale. Urlavano «libertà, libertà» e si sono messi a fare rumore con gli oggetti.

Le proposte

La visita, ha specificato il Guardasigilli, non è stata «un’ispezione», ma «un atto di vicinanza». ll ministro ha chiesto un incontro con gli psichiatri della casa circondariale, per acquisire elementi sulle due morti. Nordio vuole mettere in campo «la detenzione differenziata» a seconda della pericolosità, destinando all’uso «le caserme dismesse e che hanno spazi meno afflittivi».

Per la prossima legge di bilancio si augura di aumentare i fondi per il personale. Soluzioni tutte da concretizzare. Se sul fronte carceri prende tempo, venerdì aveva deciso di intervenire sul caso della fondazione Open, che vede imputato Matteo Renzi: secondo quanto riportano i giornali vicini alla destra, ha avviato un’azione disciplinare contro i pm Luca Turco e Antonio Nastasi per illecito.

Il presidente della commissione Giustizia della Camera, Ciro Maschio (FdI), ha confermato a Domani che il parlamento (chiuso per ferie) non ha in programma leggi specifiche sugli istituti penitenziari: «Aspettiamo le proposte del governo. Alcune, come quella dell’utilizzo delle caserme, non necessitano di passaggio parlamentare. Sicuramente porteremo le nostre in occasione della Legge di Bilancio». E cita anche «gli accordi bilaterali per i rimpatri dei detenuti».

Per Alessio Scandurra, dell’Osservatorio sulle condizioni dei detenuti dell’associazione Antigone, «differenziare gli istituti ha senso, aumetarli no, è un processo lungo, serve personale a tutti i livelli, investire risorse». Per reagire immediatamente Nordio dovrebbe dare indicazione alle carceri di chiedere aiuto alle associazioni del territorio, e aprire le loro porte: «Altrimenti sono parole che non sanno di nulla». Allo stesso modo, «il sistema salute si deve fare carico delle sue responsabilità, così come gli enti locali».

Le indagini

Sui suicidi delle due donne sono partite le indagini della procura di Torino . Susan John, nigeriana di 43 anni, è morta di fame. Dallo scorso 22 luglio, si è rifiutata di mangiare, bere, sottoporsi a qualsiasi terapia, anche di essere ricoverata in ospedale. «È deceduta dopo aver nuovamente perso i sensi come era già accaduto nell'ultima settimana», ha raccontato il garante dei detenuti Mauro Palma sulla Stampa. Scontava una condanna a dieci anni per tratta e immigrazione clandestina, sarebbe uscita nel 2030, prima era ai domiciliari. Da subito aveva iniziato il rifiuto di ogni tipo di alimentazione, ma non per protesta. Si sarebbe lasciata andare.

Azzurra Campari, 28 anni, sarebbe tornata libera nel 2024, era in carcere per piccoli furti. Era considerata «a rischio», ma nonostante il monitoraggio, è riuscita a impiccarsi in cella. Il terzo detenuto aveva 44 anni ed era originario di Lamezia Terme (Catanzaro). Si sta muovendo la procura di Castrovillari.

«Occorre interrogarci sulla responsabilità collettiva», ha scritto Palma. Alle storie di violenza straordinaria, a partire da quella che si è consumata nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ormai tre anni fa, si aggiungono così quelle di ordinaria invivibilità. Antigone ha contato 16 suicidi tra giugno e agosto, ma se ne sono aggiunti due.

Il 2022 è stato “l’anno dei suicidi” con il drammatico record di 84 persone che si sono tolte la vita in carcere. Per Antigone «non è un caso». Nelle carceri si trovano 10mila persone in più dei posti disponibili, con un tasso di sovraffollamento del 121 per cento. Le sigle della polizia penitenziaria, Sappe e Osapp, hanno chiesto a Nordio un cambio di passo.

«In estate le persone restano più sole, si bloccano le attività, cominciano le ferie», dice Scandurra, «basterebbe agevolare le telefonate e le videochiamate. Può fare la differenza». Negli scorsi mesi invece, «si è discusso soprattutto del reato di tortura. C’è un forte scollamento tra messaggio pubblico e chi lavora in questi posti. Ci preoccupiamo di tutelare gli agenti che picchiano i detenuti e non di tutti gli altri che non hanno strumenti per dare loro risposte adeguate».

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