Che cosa resta delle immagini italiane dei giorni scorsi girate in tutto il mondo? Che cosa resta dei video del sud in fiamme mentre al nord imperversavano grandine e tempesta? Mentre social, testate giornalistiche italiane e soprattutto straniere descrivevano scene tra l’infernale e l’apocalittico i turisti osservavano. La situazione nel comparto vacanziero a pochi giorni dalle tempeste al nord e gli incendi al sud è quantomeno variegata.

Milano

Nella notte tra il 24 e 25 luglio un violentissimo nubifragio, con forte vento e grandine, ha colpito la città. I vigili del fuoco riportavano centinaia di segnalazioni di disagi tra allagamenti e tetti scoperchiati. Molti gli alberi sradicati da terra, con conseguenti complicazioni per la circolazione di tram e filobus. Le immagini sconvolgenti però, a detta del presidente di Federalberghi Milano Maurizio Naro, non hanno influito sul numero di prenotazioni.

Confrontando i dati delle prenotazioni fino a fine agosto rilevati il 25 luglio con quelli rilevati il 27 luglio, Naro riporta a Domani un +0,5 per cento nel numero dei posti riservati nelle strutture alberghiere. Per Naro quindi il maltempo non sembra aver comportato disagi nel settore turistico soprattutto nella città di Milano «se mai dovessero esserci state delle cancellazioni – aggiunge – le nuove prenotazioni sarebbero state così elevate da far sì che il trend sia comunque positivo».

Non solo, Naro dice che le prenotazioni fino a fine agosto rilevate il 27 luglio 2023 sono il 5 per cento in più di quelle rilevate il 27 luglio dell’anno scorso e che i suoi ospiti non hanno avuto grandi disagi dopo il nubifragio grazie alla veloce ripresa della città.

Sicilia occidentale

Per due giorni, lunedì e martedì, tutta la Trinacria è bruciata con strascichi fino a oggi, specialmente la città Palermo. Foto e notizie di quei giorni dipingono una regione in balia delle fiamme, impotente di fronte ai roghi (vedi i mezzi di soccorso vecchi e in avaria) e disorganizzata nelle infrastrutture. Il presidente di Federalberghi Palermo e vicepresidente di Federalberghi Sicilia, Nicola Farruggio, non minimizza i danni reali che i due giorni d’incendi hanno provocato, parla però di un’immagine eccessivamente negativa che è stata veicolata attraverso i media e i social network. Cosa che, dice, lo ha spitno a scrivere una nota al presidente della regione, Renato Schifani, esortandolo a «comunicare meglio al di fuori dell’isola la reale situazione».

Qui, infatti, qualche danno le immagini lo hanno provocato. Secondo le stime di Farruggio si è avuto un «35-40 per cento di cancellazioni» da parte dei turisti. Il fenomeno non interessa solamente i giorni di luglio immediatamente successivi agli incendi, il che potrebbe anche essere «fisiologico», ciò che «più spaventa è che le cancellazioni interessano anche il mese di agosto», cioè prima ancora che un altro evento catastrofico possa verificarsi.

Il tutto aggravato anche da un «fermo nelle nuove prenotazioni, mentre la stagione estiva era partita con una buona andatura».

Anche il vicepresidente di Sicindustria, Luciano Basile, concorda sulla tendenza negativa. Basile considera anche l’incendio dell’aeroporto “Fontanarossa” di Catania che da dieci giorni blocca la Sicilia. Sebbene a Sicindustria facciano capo le imprese di tutte le province siciliane, salvo Siracusa e Catania, Fontanarossa è un punto di passaggio talmente importante sull’isola che la sua chiusura per il 50 per cento ha influito su tutta la regione.

Così Basile calcola che si può contare un «25 per cento di cancellazioni, ma che il dato è sicuramente a salire» e «già nelle prime settimane di agosto ne avremo la misura». «La stima – aggiunge – non tiene conto delle prenotazioni last minute tramite piattaforme come Booking», che in genere sono «numerose» ma che Basile prevede «saranno fortemente scoraggiate».

Sicilia orientale

Il presidente regionale piccole industrie di Confindustria Sicilia, il siracusano, Sebastiano Bongiovanni, si concentra sulla parte est dell’isola. il fulcro del discorso qui non può che essere legato a Fontanarossa. Bongiovanni stima – anche se alcuni albergatori non concordano – la disdetta di «circa il 25 per cento delle prenotazioni» dovuta all’incidente del 16 luglio che ha puntato un faro sulle «gravi carenze del sistema trasporti», mentre «solo di un 5 per cento per gli incendi».

Ciò sembra suggerire che i turisti siano più spaventati dall’incompetenza nel gestire le crisi con soluzioni alternative, piuttosto che dalle immagini di eventi estremi.

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