La battaglia alla pandemia continua ad avere nuovi alleati: gli Stati Uniti hanno dato l’ok al vaccino Johnson&Johnson, quello “one shot”, da una sola dose, intanto l’Agenzia italiana del farmaco ha detto che il vaccino Sputnik, il siero prodotto dalla Russia, ha risultati eccellenti, anche se serve più trasparenza sui dati.

Gli Usa

Gli Stati Uniti si preparano così a ricevere un terzo vaccino contro il Covid-19. La Food and Drugs Administration, l’autorità che si occupa di farmaci negli Stati Uniti ha affermato che il vaccino di J&J offre una forte protezione contro malattie gravi, ricoveri e morte. «È una notizia entusiasmante per tutti gli americani» ha detto il presdiente degli Stati Uniti, Joe Biden, in una nota. «Ma voglio essere chiaro – ha aggiunto –: questa lotta è tutt'altro che finita».

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso della recente audizione in Parlamento aveva detto che l’Italia spera che venga autorizzato presto anche in Europa: «Johnson & Johnson: è uno dei vaccini più attesi perché richiede la somministrazione di una sola dose ed è più pratico da conservare, senza la necessità di potenti congelatori come nel caso delle soluzioni di Pfizer-Biontech e Moderna». Questo siero, inoltre come quello AstraZeneca, potrebbe avvalersi delle industrie italiane: «Il vettore virale del vaccino AstraZeneca viene dall’Irbm di Pomezia e che l’infialamento sia per AstraZeneca che per Johnson & Johnson avviene e avverrà presso la Catalent di Anagni.

La Russia

Occhi puntati anche sul vaccino russo. Il direttore dell’Agenzia italiana del farmaco Nicola Magrini ha detto in un’intervista al Corriere della Sera che il vaccino Sputnik è ottimo: «In base allo studio su Lancet è un preparato che potremmo definire ottimo, nuovo e intelligente, con risultati di efficacia eccellenti». Il problema però è un altro, non è eccellente «quello che riguarda la trasparenza di accesso ai dati che deve essere completa. Le autorità regolatorie inoltre richiedono una documentazione aggiuntiva sulla qualità e la sicurezza. Solo dopo aver avuto tutte queste prove di affidabilità l’Ue darà il via libera e così anche noi». L’ipotesi che l’Italia ricorra alla decretazione d’urgenza per dare il via libera è una questione tutta politica: «Se un singolo stato decide di aprire questo fronte emergenziale dipende dalla politica a livello nazionale. Io rappresento una agenzia tecnica sia per il livello nazionale che europeo». Sputnik, ha concluso, «ha dati interessanti, ma andrà approvato prima dall’Ema, come Unione Europea. Se l’Italia volesse fare una decretazione d’urgenza per saltare questo passaggio, è una scelta politica, non tecnica».

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