C’è ancora lui di mezzo, Matteo Messina Denaro. A poche ore di distanza dalla conferma in appello dell’ergastolo nei confronti del boss di Castelvetrano quale mandante delle stragi del 1992, i carabinieri hanno perquisito la casa di Fabrizio Corona alla ricerca di documenti segreti sul suo arresto.

Corona è indagato per ricettazione nell’ambito dell’inchiesta a carico del carabiniere Luigi Pirollo e del consigliere di Fratelli d’Italia di Mazara del Vallo, Giorgio Randazzo.

Per i procuratori, il primo avrebbe trafugato dei file segreti dal sistema informatico dell’Arma dei carabinieri sulle indagini relative alla cattura dell’ex boss di Cosa nostra, il secondo, invece, avrebbe provato a venderli a Fabrizio Corona e al direttore del magazine Mow, Moreno Pisto.

Il materiale raccolto

Per i pm, Pirollo avrebbe trafugato dai server ben 768 documenti, a distanza di un mese da quando Matteo Messina Denaro è stato arrestato nel blitz dei carabinieri del Ros alla clinica la Maddalena di Palermo. Tra questi – come si legge nell’ordinanza – ci sono documenti relativi alle perquisizioni eseguite contro Andrea Bonafede, l’uomo accusato di aver prestato la sua identità a Messina Denaro.

C’è la rubrica dei contatti di Bonafede «mai allegata agli atti del procedimento» in corso contro di lui. Ci sono i verbali delle sommarie informazioni dei residenti vicino ai covi dove il boss di Castelvetrano ha trascorso gli ultimi mesi della sua latitanza. E, tra le altre cose, anche una «notizia confidenziale su una presunta amante di Matteo Messina Denaro».

Materiale giudicato sensibile da parte degli inquirenti e che Pirollo avrebbe cercato di vendere insieme al consigliere di Mazara del Vallo di Fratelli d’Italia Giorgio Randazzo. I due, stando alle indagini, si conoscono da tempo. Almeno dal 2019, rapporti personali intercorrono anche tra le rispettive mogli. E sono stati posti ai domiciliari perché le indagini vogliono far luce su eventuali altri casi simili sorti negli anni tra di due. Giorgio Randazzo è un politico noto a Mazara.

Prima di essere eletto consigliere tra le fila di Fratelli d’Italia, che saputa la notizia lo ha subito sospeso, ha avuto esperienze pregresse nella Lega. Lo scorso 21 marzo, in occasione della giornata delle vittime di mafia, condivideva sui suoi social una foto di Falcone e Borsellino con la scritta «Alla fine lo hanno preso», in riferimento alla cattura di Messina Denaro. Nel post, ancora presente sul suo profilo, si legge: «Che si apra una stagione migliore che rimuova il marcio della malavita che ancora si radica, soprattutto dopo l’arresto dell’ex latitante Messina Denaro».

La versione di Pisto

Lo scorso 25 maggio il direttore di Mow, Moreno Pisto, è stato ascoltato dagli inquirenti. Ha raccontato dell’incontro avuto con Randazzo e Corona e ha ammesso di essere riuscito a copiare i files che il consigliere gli avrebbe voluto vendere.

A chiarire i fatti è lo stesso Pisto, che in un articolo pubblicato sulla sua testata ha spiegato la sua versione. Il giornalista e Fabrizio Corona si conoscono da anni. Lo scorso 2 maggio ha ricevuto dall’ex re dei paparazzi una chiamata in cui gli racconta di avere uno «scoop pazzesco», dopo essere stato contattato da Randazzo.

«Dal minuto zero ci rendiamo conto che la questione è seria e rischiosa, anche perché Randazzo ci dice che i file arrivano da “amici del Ros” e che “volevano un contributo per la notizia”». scrive Pisto. I tre, quindi, si incontrano a Milano e visionano i files. Durante l’incontro, i giornalisti riescono a scaricare il materiale su una pennetta e registrano tutto con una telecamera nascosta. Si rendono conto, però, che il materiale visionato non è lo «scoop pazzesco» che pensavano e dopo aver chiesto un consiglio a un giornalista de La Verità decide di denunciare e consegnare tutto il materiale.

Al momento, non è chiara quale sia la portata dei documenti e neanche a quanto ammontasse il contributo economico richiesto da Randazzo e Pirollo. Corona ha deciso di far parlare il suo legale al Corriere della Sera. «Non riesco a comprendere perché Fabrizio sia stato indagato per tentata ricettazione da solo. È stato grazie a noi che hanno arrestato le due persone».

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