- L’articolo 50 dell’Olympic Charter è stato riformulato al termine di un lungo lavoro di consultazione di oltre 3.500 atleti partito a giugno 2020 e concluso lo scorso aprile. Le risultanze hanno portato alle nuove linee guida.
- Il Cio le parla di divieti attenuati ma in realtà le limitazioni continuano a essere totalizzanti. Di fatto, si può protestare soltanto al di fuori della scena olimpica. Una logica di pura ghettizzazione.
- Il comitato olimpico internazionale ha anche concesso a atleti e atlete “il permesso” di protestare e esprimere le proprie idee attraverso i social e le altre piattaforme. Pretendeva di vietarlo?
Olimpiadi di Tokyo, come è liberale il Cio: si è inventato l’apartheid della protesta
24 luglio 2021 • 18:08