Progettavano un “osservatorio” sui magistrati, «concepito come una lotta al sistema giudiziario», «un occhio che vigila sull’operato» di chi si ritiene «invulnerabile» per colpire le toghe non gradite.

Per dare una cornice istituzionale avevano intessuto una trama di rapporti utili a fare da ponte con esponenti politici della maggioranza di governo: dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, al guardasigilli Carlo Nordio, fino alla presidente del consiglio Giorgia Meloni.

I loro nomi emergono dalle centinaia di intercettazioni agli atti dell’inchiesta della procura di Caltanissetta, che ha svelato il piano eversivo contro parte della magistratura italiana. L’indagine è una costola di una più ampia operazione investigativa che mira a individuare i «soggetti esterni» che insieme alla mafia siciliana hanno partecipato alle stragi del 1992, le bombe che hanno ucciso i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

L’osservatorio

Nel filone eversivo sull’osservatorio anti pm il protagonista principale è l’avvocato barese Saverio Ingraffia. È lui che ha deciso di condividere l’idea con Adriano Tilgher, storico esponente di Avanguardia nazionale, l’organizzazione neofascista fondata da Stefano Delle Chiaie e sciolta nel 1976 dal ministero dell’Interno. Tilgher è stato condannato nel 1981 per riorganizzazione del partito fascista. Sia Tilgher che Ingraffia sono stati perquisiti dalla Direzione investigativa antimafia su richiesta della procura antimafia nissena.

Il neofascista e l’avvocato avevano chiaro il loro piano d’azione: costituire un «osservatore giudiziario permanente con componente laica, politica e giuridica, capace di fatto, non solo di “vigilare” ma soprattutto di limitare il ritenuto strapotere politico detenuto dai magistrati», è scritto nelle carte della procura antimafia di Caltanissetta.

Con il sostegno di «altissimi livelli del potere esecutivo» e di altre persone legate al mondo accademico, per colpire magistrati non graditi. Ingraffia, intercettato, spiegava ai sodali di avere l’ambizione di creare un organismo di livello nazionale. Ma che per farlo servivano «soldi per le strutture, per organizzare i canali informatici».

Tilgher e Ingraffia sono convinti che il governo di destra contribuisca a rafforzare il progetto: «A noi servono soldi! ... il vantaggio sai quale potrebbe essere per esempio? Dovendo fare attività di denuncia attraverso i mass media, l'accesso diretto ai canali di informazione che contano, perché questo Governo prevede anche la partecipazione di, di, di, di Forza Italia, che possiede, che controlla le reti Mediaset», è uno dei dialoghi tra i due.

Meloni, Nordio, Delmastro

Nelle conversazioni intercettate agli dell’indagine, affiorano i tentativi degli indagati di avvicinare membri del governo. Dalla premier Meloni, al ministro Nordio, al sottosegretario Delmastro. I pm specificano che nessuno di loro è indagato in quanto «non vi è prova di effettive interlocuzioni» e che anche se ci fossero stati contatti non è detto che i politici avessero consapevolezza della natura eversiva dell’osservatorio.

Di certo però Ingraffia ha tentato di agganciare Nordio tramite un importante avvocato di Milano, tale Manuel Sarno, secondo Ingraffia «amico di famiglia del ministro Nordio». Non sappiamo se Ingraffia dica il vero, sicuramente però da una rapida ricerca sul web risulta che Sarno dal 2002 al 2006 è stato membro della commissione ministeriale “Nordio” che aveva l’obiettivo di riformare il codice penale. Inoltre il ministro ha firmato la prefazione di un libro sulla legittima difesa firmato dal legale milanese.

Un altro contatto per arrivare a Nordio è, secondo gli intercettati, il docente universitario Francesco Scala. In un’intercettazione con Tilgher, Scala diceva di averlo contattato e che il ministro «è d’accordo ma in questo momento non si può muovere proprio». Lo stesso Scala avrebbe anche «amici suoi eletti in parlamento», sostiene Ingraffia. Parlamentari eletti sia nelle fila della Lega che in quelle di Fratelli d’Italia.

Per arrivare a Meloni, invece, il nome scelto è quello dell’avvocata Rosalba Valori, in passato presidente di un circolo di Alleanza Nazionale. Secondo I ngraffia è «intima amica» della presidente del c onsiglio e «di tutta quella roba là che insomma c’è in parlamento ora». L’avvocato amico di Tilgher, si legge negli atti, sosteneva peraltro di aver avuto rassicurazioni da Valori, la quale «gli avrebbe riferito di avere parlato con “la sorella della Meloni” la quale, a sua volta, avrebbe parlato con “la Meloni” stessa».

Millanterie? Probabile, di sicuro Valori ha tra gli amici su Facebook il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, marito della sorella della premier e uno dei vertici di Fratelli d’Italia. Secondo gli inquirenti, il progetto politicio – giudiziario di Ingraffia e Tilgher era già in fase di attuazione, come da loro ammesso durante un’intercettazione del 14 giugno scorso.

Il mistero della “nota Cavallo”

Nell’ambito delle indagini sono finiti ai domiciliari l’avvocato Stefano Menicacci (91 anni) e Domenico Romeo, due uomini legati alla destra eversiva di Delle Chiaie. Sono accusati di false informazioni a pubblico ministero aggravate dall’aver mentito in un procedimento relativo alla strage di Capaci del 1992 in cui saltò in aria l’auto di Falcone.

L’inchiesta della procura di Caltanissetta, infatti, nasce dalla ricerca di prove che possano portare a ritenere un ruolo del fondatore di Avanguardia Nazionale e di altri soggetti collegati alla destra eversiva, «nella fase di ideazione e/o di esecuzione della strage di Capaci».

L’inchiesta ricostruisce anche la misteriosa scomparsa dell’informativa redatta dal capitano dei carabinieri, Gianfranco Cavallo, sul collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero dopo aver ascoltato sua moglie Maria Romeo.

Quel documento datato 1992 attestava per la prima volta la presenza del neofascista Delle Chiaie in Sicilia nel periodo dell’attentato. Un foglio inviato alle procure, ma poi subito finito in qualche archivio, scomparso per quasi 30 anni. Ora è riemerso e potrebbe riscrivere in parte la storia dello stragismo mafioso.

© Riproduzione riservata