La Corte di appello di Roma ha assolto i sette imputati del processo sull'assegnazione di alcuni chioschi a Ostia. I giudici hanno fatto cadere le contestazioni di concussione aggravata dal metodo mafioso. Gli inquirenti accusavano i membri del clan Spada di avere corrotto un funzionario per far finire lo stabilimento 'Orsa maggiore', sotto la gestione della Blue Dream, società di cui Armando Spada era socio di fatto. Il tribunale ha ritenuto che "il fatto non sussiste" mentre sono cadute per intervenuta prescrizione le accuse di falso. Tra gli assolti figura anche lo stesso Armando Spada, inizialmente condannato a cinque anni e otto mesi. 

Gli altri processi sugli Spada

Assolti per il processo sui chioschi, gli Spada hanno comunque recentemente visto altre condanne. Il 12 gennaio, la Corte d'Appello di Roma ha emanato condanne per oltre 150 anni di carcere a diciassette esponenti della famiglia confermando il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Sono state inoltre ridotte le pene per i due boss Carmine e Ottavio, rispettivamente a 17 e 12 anni di carcere. 

A dicembre, invece il tribunale di Roma ha condannato a un anno di reclusione Armando Spada nel processo per tentata violenza privata nei confronti della giornalista Federica Angeli, ora delegata in Campidoglio per le periferie. I fatti risalgono al 2013, quando la cronista decise di capire come Spada fosse entrato in possesso di uno stabilimento balneare e il 23 maggio si presentò nello stabilimento con una telecamera in vista e un'altra nascosta, per fare delle interviste. Secondo l'accusa, che aveva chiesto una condanna a un anno e quattro mesi, Spada minacciò poi la giornalista per indurla a cancellare il video registrato. 

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