«La Rai? Più che di servizio pubblico, parlerei di servizio di ordine pubblico». Mentre prepara un nuovo libro, Santoro parla di informazione, politica e, ovviamente, di televisione
«In Rai sono rimasti due monumenti, Vespa e Berlinguer, che vanno in onda per il cognome che portano, ma salvando Report, non c’è comunque nessuno in grado di cambiare l'agenda politica, di incidere veramente».
Avrebbe voluto intervistare Bettino Craxi: «Io per i socialisti sono stato una bestia nera, ma sono stato molto vicino al loro spirito laico rispetto a quello cattocomunista».
Nuovi vertici Rai? «Sono loro che non sono pronti per uno come me, ma se mi chiamano per dare idee su nuovi programmi, anche di approfondimento, ci sono».
Michele Santoro, giornalista e popolare conduttore, è diventato una partita iva, non ha più società editoriali. L'ultima sua fatica è un libro di prossima pubblicazione. La pandemia ci ha migliorati? Siamo un paese schiacciato dall’emergenza, dove gli spazi democratici si sono ridotti e questo dovrebbe essere un problema per tutti. Hanno trattato gli italiani come un popolo da teleguidare, da rinchiudere in casa, in una zona rossa perenne. L’ospedalizzazione è stata la sola risposta, hanno



