Pazzali e la fuga di notizie: «Ho saputo dell’indagine dal presidente Fontana»

«È stato Attilio Fontana a riferirmi che ero indagato». Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano e proprietario di Equalize, ha tirato in ballo il governatore della Lombardia nel corso del faccia a faccia che martedì 28 ha avuto con l’ex hacker Samuele Nunzio Calamucci davanti ai pm di Milano e della Direzione nazionale antimafia. Il manager, che nel corso dell’interrogatorio del 7 ottobre scorso aveva ammesso il rapporto di vicinanza col presidente leghista, stavolta fa una rivelazione di non poco conto e che rischia di mettere nei guai l’amico leghista: sarebbe stato Fontana il responsabile della fuga di notizie su un’inchiesta pendente su Pazzali. Secondo quanto si apprende, durante il confronto lo stesso Pazzali avrebbe riferito ai magistrati Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro che una persona disse dell’indagine al governatore della Regione e quest’ultimo informò l’amico. Adesso i pm potrebbero valutare la possibilità di sentire Fontana. Chi gli avrebbe rivelato l’esistenza del procedimento penale? Si trattava dell’indagine sugli accessi abusivi o di qualcos’altro? Perché Fontana avrebbe avvertito l’ex presidente? Ma soprattutto, in base alla ricostruzione degli inquirenti non confermata da Pazzali se non in un caso, perché il governatore avrebbe chiesto al proprietario di Equalize di effettuare una serie di controlli su uomini politici e imprenditori? Sapeva dell’attività della società, rivelatasi un anno fa una fabbrica di dossier e informazioni riservatissime? Tutte domande alle quali la procura vorrebbe dare risposte. Inchiesta sullo spionaggio Equalize, il confronto tra Pazzali e Calamucci. Il “nodo” La Russa «Io non c’entro» Di certo la versione di Pazzali è stata ancora una volta ritenuta «inverosimile» dai pubblici ministeri. Martedì, nella saletta della caserma dei carabinieri in cui indagati e inquirenti si trovavano, non sarebbero neanche mancati i momenti di tensione. «Io non ho fatto niente», la risposta ribadita dal manager legato alla destra lombarda. Che, davanti alle contestazioni incalzanti dei magistrati, avrebbe anche alzato la voce ed etichettato Calamucci come «bugiardo» e «millantatore». L’ex presidente della Fondazione Fiera Milano avrebbe poi ribadito di non essere mai stato a conoscenza dell’attività di Equalize né degli accessi allo Sdi e, cioè, al database riservato del Viminale. Da qui la contestazione delle parti che, più in particolare, hanno fatto riferimento a un’annotazione dello scorso mese di febbraio dei carabinieri di Varese: dagli atti emerge, tra le altre, una richiesta che Pazzali aveva fatto al suo ex socio Carmine Gallo, morto il 9 marzo. Il proprietario di Equalize desiderava avere informazioni su Webuild e su un suo manager, Massimo Ferrari. «Alle successive ore 16.58, dopo l'accertamento alla Banca Dati delle forze di polizia Gallo trasmette un ulteriore file, "ADDENDUM FERRARI.pdf”». «Pericolo? Ancora non so». Pazzali difende Fontana ma una chat lo smentisce Accessi abusivi All’interno dell’addendum, rilevano gli inquirenti, c’era «il contenuto dello Sdi» e dunque gli eventuali precedenti penali e carichi pendenti del manager Ferrari. Come avrebbe potuto Pazzali non capire da dove provenissero quelle informazioni? A ogni modo la richiesta di informazioni su Webuild e il suo staff, l’ex presidente l’ha giustificata così: Pazzali avrebbe voluto sincerarsi della “bontà” dei manager dal momento che sarebbe stato di suo interesse entrare con loro nell’affare relativo al nuovo stadio Meazza. Una circostanza, quella sul San Siro, rivelata da Domani, insieme ai diversi incontri tra Sala e Pazzali, anche alla presenza di Fontana. «Enrico, avrei bisogno di info su questo Signore. A chi mi rivolgo dei tuoi?», chiedeva l’imprenditore Fiorenzo Tagliabue a Pazzali a proposito di tale Fabrizio Candoni, allegandogli lo screenshot di un’intervista fatta da quest’ultimo sullo scandalo Metropol riguardante i fondi russi della Lega. «Circostanza che dimostra il fatto che persone vicine a Pazzali – commentano gli investigatori – sappiano della sua possibilità di acquisire informazioni mediante i suoi collaboratori». Equalize, il giallo sui dati rubati e la fuga di notizie. Pazzali ai pm: «Allo stadio un finanziere mi disse di stare tranquillo» Su Candoni verrà in effetti realizzato un controllo di tipo Sdi. In ultimo sulla vicenda La Russa, il nodo non sarebbe stato sciolto. Pazzali nel corso del faccia a faccia con Calamucci – la cui posizione va verso lo stralcio per possibile patteggiamento – avrebbe ribadito di aver chiesto i controlli sulla famiglia del presidente del Senato esclusivamente per testare il database nella sede di via Pattari numero 6. Lì, dove tutto è iniziato e i misteri continuano ad aumentare. Il confronto, iniziato alle quattordici e trenta e terminato a mezzanotte e un quarto, ha passato in rassegna anche altri temi: le relazioni con Eni e i rapporti coi servizi segreti, in particolare col vice direttore dell’Aisi Carlo De Donno, che lo stesso Pazzali, come ha spiegato, aiutò «per trovare la nuova sede dell’Agenzia a Milano». Ma anche del fatto che Pazzali avesse ricevuto da Gallo, tre giorni dopo il deposito, copia della denuncia presentata nel maggio 2021 da Matteo Renzi sul caso dell'incontro con l’ex 007 Marco Mancini in un autogrill. Pazzali ha ancora una volta negato che si sia trattato di una sua richiesta all’ex socio, il superpoliziotto morto di infarto, al quale adesso l’ex manager sembrerebbe attribuire tutte le colpe.