“Simone”, il podcast d'inchiesta in uscita il 9 ottobre sulle principali piattaforme audio. L’indagine giornalistica di Stefano Vergine svela notizie inedite sulla morte del ragazzo, morto il 3 gennaio del 2021 in Lombardia e causata ufficialmente da suicidio
I colpi di pistola rivolti a terra, la morte causata dalla cocaina, i testimoni. “Simone”, il podcast d'inchiesta in uscita da oggi 9 ottobre sulle principali piattaforme audio (si ascolta qui), contiene alcune notizie inedite sulla morte di Simone Mattarelli, avvenuta il 3 gennaio del 2021 in Lombardia e causata ufficialmente da suicidio. Una versione a cui i familiari non hanno mai creduto. «Ci sono molti indizi che indicano come quello di Simone non sia stato un suicidio ma un omicidio: per questo chiediamo che le indagini giudiziarie vengano riaperte, e ci appelliamo a chi sa qualcosa di più su come sono andate le cose affinché la verità venga finalmente a galla», dice Matteo Mattarelli, fratello della vittima.
Il corpo di Mattarelli è stato trovato all'interno di una fabbrica di Origgio, in provincia di Varese, il 3 gennaio del 2021, in pieno lockdown. Era impiccato ad un macchinario industriale, con i piedi appoggiati per terra. Per il Tribunale di Busto Arsizio, il 28enne brianzolo si è tolto la vita a causa dell'assunzione di cocaina, dopo tre ore di inseguimento con sei gazzelle dei carabinieri tra le province di Milano, Como, Varese e Monza. Entrambe le inchieste giudiziarie aperte nel corso di questi anni si sono concluse con l'archiviazione. «Io penso che qualcuno lo abbia ucciso», sostiene invece Luca Mattarelli, padre della vittima.
Le immagini della bodycam
Grazie ad audio e documenti inediti, interviste con i protagonisti della storia ed esperti tra cui Ilaria Cucchi, Fabio Anselmo, Riccardo Noury di Amnesty International e Susanna Marietti Antigone, l'inchiesta giornalistica ricostruisce la storia di Simone Mattarelli, le sue ultime ore di vita, le indagini giudiziarie che ne sono seguite e i tanti punti oscuri che emergono in questo caso di provincia di cui Domani ha già scritto.
Diviso in sei puntate, il podcast contiene anche alcune notizie inedite. Una di queste riguarda l'ultima parte dell'inseguimento, quella avvenuta a piedi nelle campagne di Origgio, poco prima che i carabinieri, come riportato nei verbali, decidessero di smettere di cercarlo e tornare in caserma. I filmati dell'inseguimento, ripresi dalla bodycam di uno dei carabinieri coinvolti, mostrano che due colpi di pistola (sugli otto esplosi in totale) non sono stati sparati verso terra, come invece riportato nei verbali, ma verso l'alto. Inoltre, uno dei dipendenti della fabbrica dentro la quale è stato ritrovato il corpo di Mattarelli, intervistato per il podcast ha affermato che la mattina del 3 gennaio non era al lavoro, come invece riportato nelle carte giudiziarie che hanno condotto all'archiviazione del caso.
"Non era in down da cocaina”
L'inchiesta audio, durata oltre due anni, lascia aperti dubbi anche sulle ragioni del suicidio. Secondo il Tribunale di Busto Arsizio, Mattarelli è morto a causa dell'assunzione di cocaina. In macchina i carabinieri hanno riportato la presenza di due tessere magnetiche e di cinque bustine di cellophane abitualmente usate per impacchettare la sostanza. Nel sangue della vittima ne è stata trovata un'alta concentrazione: 266 nanogrammi per millilitro. L'esperto chimico-tossicologico consulente della Procura, nella relazione tecnica che ha portato all'archiviazione, ha scritto che la vittima era nell'ultima fase provocata dalla cocaina, quella «depressiva». La dinamica degli eventi «è suggestiva di un quadro depressivo/maniacale sofferto dal Mattarelli», è stata la conclusione del perito. Veniero Gambaro, professore di chimica tossicologica all'università di Milano, già consulente di diverse procure ma non coinvolto in questo caso, esclude invece che con la quantità di cocaina trovata nel suo corpo Mattarelli potesse essere nella fase di down, considerata dal Tribunale di Busto Arsizio la causa del suicidio. «Non era sicuramente in una fase di down», dichiara Gambaro nel podcast.
“Simone” approfondisce anche il tema dell'uso delle bodycam da parte delle forze di polizia, tra le misure contenute nel Decreto Sicurezza convertito in legge lo scorso 9 giugno. «Le bodycam sono già a disposizione degli agenti, ma non è stabilito alcun criterio di utilizzo. Come dimostra il caso di Mattarelli, in questo modo possono essere non solo inutili, ma addirittura dannose. Insomma, è fantastico sapere di queste telecamere accese, che poi si spengono proprio quando invece sarebbe interessante guardarne le immagini», dice la senatrice Ilaria Cucchi intervistata per il podcast.
La famiglia Mattarelli ha già tentato di far riaprire le indagini sottolinenando alcune incongruenze con la tesi del suicidio: il modo usato da Mattarelli per impiccarsi, la cintura priva di tracce ematiche, la presenza di un dna sconosciuto sotto le sue unghie. Finora, però, tutti i tentativi sono andati a vuoto.
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