«Pericolo? Ancora non so». Pazzali difende Fontana ma una chat lo smentisce

«Pericolo?», chiede il governatore della Lombardia Attilio Fontana al manager Enrico Pazzali. E Pazzali, ex presidente della Fondazione Fiera Milano, risponde: «Non lo so ancora». Quella che potrebbe essere una normale chat tra amici, per i pm di Milano, che a luglio hanno chiuso le indagini sulla centrale dei presunti dossieraggi Equalize, è un indizio rilevante. «Una conferma», specifica il pubblico ministero Francesco De Tommasi nel corso dell’interrogatorio del 7 ottobre scorso reso dal proprietario della società di via Pattari. «Una conferma – continua il magistrato – che lei (Pazzali, ndr) le informazioni le ha chieste (…) Ha chiesto a Gallo di acquisire informazioni su determinati soggetti per conto di Fontana». Una tesi che, come già raccontato da Domani, Pazzali smentisce davanti agli inquirenti. Che però non ci stanno. «Perché – chiede il pubblico ministero – per sapere se uno è pericoloso lo chiede a lei, il presidente della Regione?». Alla domanda ne segue un’altra: è quella del pm Antonello Ardituro, che, sempre durante l’interrogatorio, incalza Pazzali: «Capisce che (...) diventa più credibile che forse Fontana le aveva chiesto “Vedi un po’ di Scaroni (Paolo, ceo di Eni, ndr)”?». Ma Pazzali è fermo sulla sua posizione. «Fontana ha appreso che io avessi questa società quel giorno che siamo andati a vedere quella mostra fotografica di Confalonieri (nel 2024, ndr) e abbiamo fatto una passeggiata (...) Poi se l’è anche dimenticato». Equalize, il giallo sui dati rubati e la fuga di notizie. Pazzali ai pm: «Allo stadio un finanziere mi disse di stare tranquillo» Il confronto Resta, dunque, il mistero sulle domande che il governatore leghista, come emerso dalle intercettazioni, avrebbe posto a Pazzali su personalità politiche, competitor e imprenditori. Quale il motivo se il presidente della Regione non era neanche a conoscenza dell’esistenza o dell’attività di Equalize? Ma non è solo questo il punto che non convince i magistrati: numerose sono le ombre nel racconto dell’ex presidente di Fondazione Fiera che, questo martedì pomeriggio, sarà messo di fronte all’altro indagato eccellente dell’inchiesta, l’ex hacker Samuele Nunzio Calamucci. Si procederà al confronto tra i due. E le questioni da affrontare saranno diverse: se il manager sostiene di non essere a conoscenza degli accessi abusivi compiuti dalla compagnia di Equalize, Calamucci in ben undici verbali dice il contrario. Ancora: se Pazzali dichiara che le ricerche sulla famiglia La Russa le ha richieste il 19 maggio 2023 per provare l’efficacia di un database, l’ex hacker la ricollega alla vicenda del presunto stupro di cui è accusato il figlio del presidente del Senato, Leonardo Apache, e su cui pende una richiesta di archiviazione. Chi tra i due mente? Chi dice la verità? Le domande riguarderanno anche i servizi segreti e tutti gli affari della fabbrica di dossier e dei suoi esponenti. Caso Equalize, l’interrogatorio di Pazzali: scarica Gallo, racconta di Fontana e spiega l’affaire La Russa Ci vorrebbe un amico Ma, a prescindere dall’attendibilità o no di Pazzali, ciò che emerge dal suo interrogatorio è la vicinanza del manager agli esponenti di governo e alla destra milanese. Non solo Fontana, non solo La Russa. Non solo la ministra del Turismo Daniela Santanchè: proprio alla meloniana, tra l’altro, Pazzali si rivolgerà quando sembrerebbe voler «boicottare» la nomina nello staff della presidente del Consiglio di Guido Rivolta. «Gira la voce che la tua “capa” si vuole portare dentro lo staff Guido Rivolta, un certo Guido Rivolta, che è l’uomo fiduciario di Gorno Tempini, eh! È una persona maligna, ma proprio di quelli... proprio brutta, brutta, brutta», le parole di Pazzali che, tuttavia, davanti ai pm si difende e ammette «il rapporto quotidiano e molto confidenziale» con la ministra. Tra noi, aggiunge, «c’era solo uno spettegolamento». Non solo, pertanto, strette relazioni di Pazzali con i big di FdI. Altro rapporto che emerge dal verbale di Pazzali è quello che quest’ultimo sembrerebbe avere coi prefetti. I pm ricordano d’altronde al manager un episodio del 2023. «Dopo che nell’altra telefonata il prefetto di Milano Roberto Saccone le chiede questo favore per la Polizia, donare un ecografo del costo di 15mila euro circa, poi lei gli ricorda la questione del Festival, lei in quel momento gli sta ricordando di poterle dare quell’aiuto che già gli aveva chiesto a dicembre del 2022?», chiedono i magistrati. Caso Equalize e spionaggio: il ruolo della ‘ndrangheta e di un pentito su cui indagano i pm Tradotto: dopo che la Fondazione Fiera Milano dona una strumentazione alla Polizia, Pazzali avrebbe domandato un favore al prefetto che, tuttavia, dalle intercettazioni, sembra rimbalzare la richiesta d’aiuto. Dopodiché sono i pm a ricordare all’ex presidente di Fondazione Fiera una richiesta fatta agli uomini di Equalize: «Lei – si legge nel verbale d’interrogatorio – chiede a Gallo (Carmine, ndr) di sondare l’eventuale volontà di Messina (Francesco, ex prefetto di Padova, ndr) di poter beneficiare di un trasferimento a Milano. Gallo si attiva, perché poi vi risentite in un’altra occasione e le dice di aver parlato con Francesco Messina, al quale non dispiacerebbe un’opportunità di questo tipo». Perché Pazzali avrebbe voluto come prefetto di Milano Messina, oggi in forza al Viminale e per cui negli scorsi giorni la procura di Padova ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato? Concludono i pm: «Emerge come lei (Pazzali, ndr) possa voler avere diciamo buoni rapporti con il prefetto di Milano e quindi potrebbe aver piacere ad avere a Milano come prefetto una figura con cui poter instaurare un rapporto». Un rapporto di che tipo? Anche Pazzali nelle chat di Sala, le inchieste che agitano Milano