Dopo che la procura di Santa Maria Capua Vetere ha contestato a 96 indagati, tutti uomini dello Stato, i reati di tortura, maltrattamenti, falso, calunnia e depistaggio e ha eseguito misure cautelari nei confronti di 52 persone appartenenti al corpo di polizia penitenziaria per le violenze nel carcere campano del 6 aprile 2020, i partiti di destra si schierano con gli agenti coinvolti.

«Uno dei più drammatici episodi di violenza di massa perpetrato ai danni dei detenuti in uno dei più importanti istituti penitenziari della Campania», ha affermato il pm Alessandro Milita, mentre il gip che ha convalidato gli arresti ha parlato di «orribile mattanza».

Il ministero della Giustizia «segue con preoccupazione gli sviluppi dell'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere, che ha portato a numerose misure cautelari», è scritto in una nota del ministero di via Arenula.

La solidarietà di Lega e Fratelli d’Italia

Il segretario della Lega Matteo Salvini, dopo la notizia degli arresti, ha pubblicato un post su Twitter: «La mia totale solidarietà a donne e uomini in divisa che, fra mille difficoltà, carenze di organico e dotazioni, fanno un lavoro difficile e insostituibile. Da oggi purtroppo si rischia il caos in tutte le carceri italiane».

«Totale solidarietà» espressa anche da Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia. «Pur non entrando nel merito dell'iniziativa adottata dai magistrati, ci troviamo di fronte a provvedimenti che rischiano di compromettere l'immagine e soprattutto il lavoro che svolgono quotidianamente, con abnegazione e professionalità, gli agenti penitenziari nelle carceri italiane», ha scritto in una nota.

Per l’esponente del partito della Meloni, questa situazione si è venuta a creare non tanto per colpa della polizia penitenziaria, né per quella dei giudici che hanno contestato i reati, ma «per le norme volute dal Pd e dai Cinque Stelle che vanno riformate (come il reato di tortura, la cui proposta di modifica da noi presentata giace in commissione giustizia), poiché invece di punire i delinquenti finiscono per penalizzare chi garantisce, nonostante le gravi carenze di organico e l’assenza di strumenti utili alla difesa come il taser, la legalità e la sicurezza. Tutto ciò è davvero inaccettabile». 

Uilpa e Sappe: «Sistema da rifondare»

«Non entriamo nel merito, continuiamo ad avere fiducia nella magistratura. Ma contestiamo le modalità. I colleghi sono stati presi questa mattina all'alba per azioni che potevano benissimo essere fatte negli uffici. Non sono criminali, ma appartenenti alle forze dell'ordine». Ha affermato Emilio Fattorello, segretario nazionale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria, ndr) e responsabile della Campania.

«Dopo un anno di indagini non ci sono requisiti per far scattare provvedimenti limitativi della libertà personale, non c'è inquinamento di prove o pericolo di fuga; fino a ieri i colleghi indossavano la divisa. Ora stiamo chiedendo rinforzi da Roma perché con questa situazione si rischia di mettere in ginocchio tutta la struttura».

Il segretario della UilPa PP, Gennarino De Fazio, ha aggiunto: «Se le proporzioni fossero davvero quelle che sembrano emergere, quanto accaduto confermerebbe che il sistema complessivo non funziona, che l’esecuzione carceraria va reingegnerizzata e che l’amministrazione penitenziaria va rifondata». Anche per lui bisogna intervenire sul sistema: «È palese che il problema stia nell’organizzazione complessiva, la quale non è capace di prevenire possibili degenerazioni o, quantomeno, di non renderle neppure sospettabili».

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