«Il ministero della Giustizia segue con preoccupazione gli sviluppi dell'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere, che ha portato a numerose misure cautelari» si legge in una nota del dicastero retto dalla ministra Marta Cartabia.

Questa mattina il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale procura, ha disposto 52 misure cautelari nei confronti di appartenenti al corpo della penitenziaria. Contestati i reati di tortura, maltrattamenti, falso, calunnia, depistaggio per 96 indagati, tutti uomini dello stato che, a vario titolo, hanno contribuito alle violenze.

Le indagini nascono da quanto accaduto il 6 aprile, nel carcere Francesco Uccella di Santa Maria Capua Vetere, quando un gruppo di agenti penitenziari, provenienti da altri istituti di pena, ha picchiato brutalmente i detenuti. Domani ha raccontato i fatti e rivelato la presenza di video a riscontro. Per il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere si è trattato di una «orribile mattanza» e «violenze premeditate».

La ministra e i vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, aggiunge la nota del dicastero, «rinnovano la fiducia nel corpo della polizia penitenziaria, restando in attesa di un pronto accertamento dei gravi fatti contestati».

Il sindacato della polizia

Di fiducia nella polizia penitenziaria, ha parlato anche Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che in mattinata ha rilasciato una nota: «Continuiamo a nutrire incondizionata fiducia nella magistratura e, più in generale, negli organi inquirenti, nonostante la spettacolarizzazione che abbiamo denunciato durante la prima fase delle indagini», ha dichiarato, «ma nutriamo altrettanta fiducia nella generalità degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, al di là di possibili casi isolati di eccesso o, addirittura di agenti infedeli, che vanno individuati, isolati e perseguiti - sottolinea - se le proporzioni fossero davvero quelle che sembrano emergere, quanto accaduto confermerebbe che il sistema complessivo non funziona, che l’esecuzione carceraria va reingegnerizzata e che l’Amministrazione penitenziaria va rifondata».

Interdetto anche il Provveditore regionale, capo delle carceri campane: «Le notizie che provengono da Santa Maria Capua Vetere ci lasciano sgomenti e atterriti», ha commentato De Fazio.

Di fronte a quanto ravvisato dalla procura, ha invece voluto parlare delle aggressioni alla polizia penitenziaria: «Ogni giorno si verificano più di due aggressioni alla Polizia penitenziaria, con lo Stato inerme che non riesce a risolvere il problema e a mettere in sicurezza i suoi servitori, lasciandoli di fatto alla berlina, esposti agli attacchi della criminalità e, poi, alle successive indagini della magistratura».

Il problema, prosegue, è nell’organizzazione generale: «Sia chiaro – precisa ancora De Fazio – chi viola la legge si pone evidentemente al di fuori di essa e va perseguito, ma se le presunte infrazioni, addirittura le ipotesi di tortura, si espandono a macchia d’olio e ad essere coinvolti sono anche dirigenti generali di primissimo ordine, ritenuti fino a poco tempo fa anche ‘illuminati’ e presi a modello da imitare, è palese che il problema stia nell’organizzazione complessiva, la quale non è capace di prevenire possibili degenerazioni o, quantomeno, di non renderle neppure sospettabili».

Per i sindacati bisogna aprire un tavolo di confronto con il ministero della Giustizia: «Anche sulle carceri, impegnandosi espressamente a migliorare le condizioni di coloro che vi lavorano e vi vivono, il presidente del Consiglio Draghi ha ottenuto la fiducia in Parlamento. Adesso gli chiediamo, pretendiamo, che sia consequenziale. La ministra della Giustizia Cartabia apra immediatamente tavoli di confronto tematici con le Organizzazioni Sindacali rappresentative per l’individuazione di un’efficace strategia di rinascita del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale. Per le carceri - conclude il leader della Uilpa pp - serve una vera e propria catarsi».

© Riproduzione riservata