Inchiesta “petrolio sporco”: la terza puntata

La rotta nera che lega Erdogan agli affari della Saras dei Moratti

Berat Albayrak con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan\\u00A0(AP Photo/Lefteris Pitarakis, File)
Berat Albayrak con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (AP Photo/Lefteris Pitarakis, File)

La compagnia della famiglia Moratti è finita al centro di un'inchiesta per contrabbando e riciclaggio. Attraverso degli intermediari avrebbe acquistato greggio iracheno. Nell’intreccio finanziario c’è anche una società riconducibile al genero del presidente turco e altre aziende coinvolte in indagini dell’antimafia. Negli atti un’operazione conclusa da Saras con Ubi Banca, quando presidente di quest’ultima era Letizia Moratti, ora assessore della regione Lombardia

  • La Saras, società della famiglia Moratti, ha importato in Italia petrolio per un controvalore di circa 1,2 miliardi di euro finendo al centro di un'inchiesta per contrabbando e riciclaggio con vendite di carburante a società maltesi.
  • Lo schema ricostruito nei documenti inediti spiega che il greggio veniva estratto in Kurdistan, acquistato dall’azienda turca Powertrans, rivenduto a Edgewater Falls ed eventualmente ad altri intermediari, come la Petraco Oil, per arrivare infine a Saras.
  • «Nel 2016 un gruppo di hacker ha inviato a me e ad altri giornalisti un database di migliaia di mail», racconta il giornalista Tunca Ogreten. C'era scritto che la persona che decideva tutto dentro alla Powertrans era Berat Albayrak: il genero del presidente turco Erdogan. Versione confermata anche dai documenti ottenuti da Domani

Per continuare a leggere questo articolo