Il ministero dell'Economia russo ha previsto, nelle sue stime preliminari sulla crescita, che nel 2022 il Pil subirà una contrazione dell'8,8 per cento, contro la previsione iniziale del 3,3 per cento, a causa delle sanzioni imposte alla Russia. Lo scenario negativo spinge il Pil ancora più in basso di 12,4 punti percentuali. Ad annunciarlo è stato il quotidiano economico russo Vodomosti. 

  • Come ha osservato l’economista Elina Ribakova, si tratta del dato peggiore dalla crisi finanziaria globale del 2008, quando c’era stato un calo del 7,8 per cento. Una perdita paragonabile all’andamento del 1992, che vide la produzione precipitare a un meno 14,5 per cento.
  • Parallelamente al calo del Pil, il ministero dell'Economia prevede un'inflazione superiore al 20 per cento per il 2022. Secondo Rosstat, l’ente statistico russo, nel marzo 2022, l'indice dei prezzi al consumo in Russia è aumentato di 7 volte rispetto ai valori di febbraio, passando dall'1,17 al 7,61 per cento. Un record di inflazione su base mensile che non si vedeva da gennaio 1999.
  • Nei giorni scorsi, la governatrice della Banca centrale russa Elvira Nabiullina in audizione alla Duma aveva già annunciato il forte impatto delle sanzioni sull’economia russa: «Finora – aveva detto –  le sanzioni hanno avuto un impatto principalmente sul mercato finanziario. Ma ora avranno un impatto crescente anche sull'economia» russa. Poi, poche ore dopo le queste dichiarazioni il presidente Vladimir Putin ne aveva corretto il tiro. Il «blitz economico» dell'Occidente contro la Russia «è fallito», aveva detto, sostenendo che sanzioni stavano dando vita a un «un declino negli standard di vita» nei paesi europei, mentre in Russia la situazione economica si stava stabilizzando. Putin aveva anche affermato che l’inflazione stava iniziando a scendere e che il rublo sarebbe potuto tornare in breve tempo ai livelli pre guerra.

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