Per la Russia sostenere l’economia di guerra e le sanzioni occidentali contemporaneamente non è sostenibile nel lungo periodo. A dirlo è la governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, che in un discorso di fronte alla Duma, la camera bassa del parlamento, ha ammesso che le sanzioni stanno iniziando ad avere un’influenza negativa nell’economia nazionale.

Dopo aver «colpito in un primo momento il mercato finanziario» ora le «sanzioni avranno un impatto più forte sull’economia» ha detto Nabiullina. Secondo la banca centrale russa «il periodo in cui l’economia nazionale possa vivere sulle sue scorte è limitato» e per questo si tenterà di «abbassare l’inflazione a ogni costo».

Proprio per questo secondo la governatrice, il Cremlino deve assolutamente affrontare dei cambiamenti strutturali nel prossimo secondo trimestre. A oggi la Russia dispone circa di metà delle sue riserve composte da oro, yuan e altri asset non esposti ai rischi legati alle sanzioni. Secondo la Reuters dal 24 febbraio scorso sono stati congelati circa 300 miliardi su 640 con sanzioni considerate illegittime dal Cremlino che ha intenzione di intraprendere azioni legali.

La “correzione” di Putin

A distanza di poche ore nella giornata di ieri il presidente Vladimir Putin ha rilasciato dichiarazioni con un tenore molto diverso rispetto a quelle della governatrice della banca centrale russa. Il «blitz economico» dell'Occidente contro la Russia «è fallito» ha detto Putin.

Le sanzioni stanno già dando vita a un «un declino negli standard di vita» nei paesi europei e in Russia la situazione economica si sta stabilizzando. L’inflazione sta iniziando a scendere e il rublo potrebbe tornare in breve tempo ai livelli pre guerra.

C’è, però, un dato incontrovertibile ed è il tasso di inflazione che si trova sul sito ufficiale della banca centrale russa. Se l’obiettivo previsto era del 4 per cento, il tasso di inflazione a marzo ha raggiunto il 16,7 per cento, arrivando al 17 in aprile.

Putin interviene e “corregge il tiro” delle dichiarazioni di Nabiullina che mostrano uno scenario diverso rispetto a quello reale che secondo gli analisti europei porterebbe a una crisi nel medio lungo termine.

Anche la presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen ha confermato alla Bild che le sanzioni occidentali stanno avendo un chiaro impatto sull’economia nazionale russa che presto si avvicina al fallimento. Per quest’anno Bruxelles prevede un crollo del Pil dell’11 per cento. Immediata la replica dell’ex presidente Dmitrij Medvedev: in caso di fallimento della Russia, l’Europa sarà inevitabilmente trascinata nella crisi a causa dell’iperinflazione.

I posti di lavoro a rischio

Anche il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, non porta buone notizie a Vladimir Putin. Nella giornata di ieri ha annunciato misure che prevedono formazione, lavori temporanei o socialmente utili per circa 200mila persone che rischiano di perdere il lavoro nella capitale dopo che centinaia di aziende straniere hanno interrotto i loro servizi nel paese.

Per far fronte alla crisi economica dovuta alla guerra la Banca centrale ha annunciato un pacchetto di misure dal valore di 170 miliardi di euro per aiutare i suoi membri. Un pacchetto più ampio rispetto a quello messo in piedi per far fronte alla pandemia che era di 157 miliardi. Sintomo che la guerra e le sue conseguenze potrebbero durare molto di più di quanto immaginiamo in questo momento.

 

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