Sogni infranti

Poliziotti a tempo: cacciati per un tatuaggio

Aumentano i casi di agenti licenziati per un tatuaggio, poi prontamente rimosso, una situazione che imbarazza l’amministrazione, visto che in servizio molti agenti ne hanno uno

  • Antonia Colavito, Arianna Virgolino, Claudio Benasio. Sono i nomi di alcuni poliziotti a tempo, licenziati, dopo qualche mese di servizio, per un tatuaggio e rimasti senza lavoro. Le loro storie, che Domani ha raccolto, sono solo alcune delle tante che hanno incrociato norme datate e rigidità burocratiche.
  • La norma, nonostante le promesse disattese della politica di cambiarla, prevede l’assenza di tatuaggi al momento del concorso, come requisito indispensabile, ma la situazione diventa paradossale visto che dopo il superamento del concorso diversi agenti esibiscono un tatuaggio senza alcun problema.
  • «Mi sento distrutta. Il tatuaggio non l’ho rimosso prima del concorso perché non potevo, ero in allattamento ed era sconsigliato», dice Tonia.

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