Poteri mafiosi

L’altra polveriera di Taranto: quella criminale

LaPresse
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Omicidi, gambizzazioni e attentati: così i clan si dividono il territorio e anche, nei piccoli comuni della provincia, seminano terrore e si affiliano con i riti di sangue

  • È il 17 dicembre del 2020 quando Graziano Rotondo viene ritrovato senza vita all’interno di un cunicolo scavato negli scantinati di un palazzo nel quartiere Tamburi. Siamo a Taranto, a poche centinaia di metri dalla fabbrica siderurgica più grande d’Europa, l’Ilva.
  • Le armi sono un segno di presenza criminale. A gennaio un boato scuote la città, un attentato sventa un bar, il Kiko cafè, nella zona della città vecchia, salta in aria con cinque chili di tritolo.
  • Una palude sociale ed economica che rappresenta una straordinaria occasione per i clan con una classe dirigente ed imprenditoriale tra le peggiori del Mezzogiorno d’Italia, una selva di funzionari pubblici coinvolti in inchieste, scandali e ruberie di ogni tipo.

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