Sotto accusa il direttore del presidio ospedaliero di Paola e Cetraro, provincia di Cosenza. Le indagini hanno scoperto l'uso privato dell'auto di servizio, poi l'appropriazione indebita di presidi ospedalieri e l’uso di vaccini e tamponi molecolari a amici e persone non rientranti nelle categorie imposte dal calendario (sanitari ed ultraottantenni)
«Porta chi vuoi facciamo il vaccino a tutti, anche ai gatti». Parola di direttore sanitario, che intercettato è stato incastrato dalle sue stesse esternazioni. E così è finito nei guai il dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, in particolare il direttore del presidio ospedaliero di Cetraro-Paolo. Vaccini per amici e persone che al momento non avrebbero avuto diritto.
Le indagini hanno scoperto l'uso privato dell'auto di servizio, poi l'appropriazione indebita di presidi ospedalieri e l’uso di vaccini e tamponi molecolari a amici e persone non rientranti nelle categorie imposte dal calendario (sanitari ed ultraottantenni).
La richiesta del procuratore Pierpaolo Bruni, che guida l’ufficio giudiziario di Paola, era stata di arresto, ma il gip l'ha respinta, ritenendo adeguata la misura della sospensione per dodici mesi.
Gli investigatori hanno scoperto che il dirigente aveva organizzato una “trasferta di lavoro” in un grande magazzino di Salerno per lo shopping: ma era tempo di lockdown e gli spostamenti erano ridotti al minimo. Ma con l’auto di servizio è riuscito a ingannare i controlli, agli agenti che lo avevano fermato avrebbe detto: «Stiamo andando ad effettuare tamponi a domicilio».
I carabinieri del Nas di Cosenza sono intervenuti però per bloccare la somministrazione di vaccini anti covid a persone che non rientravano nelle categorie di priorità stabilite dalle circolari ministeriali. Cosa che si sarebbe verosimilmente ripetuta più volte.
Le accuse sono di peculato, truffa e falso.
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