- Un verdetto di assoluzione che cancella un verdetto di condanna, il secondo grado che ribalta il primo e dice che la trattativa stato-mafia non è vicenda sostenibile in un’aula di giustizia.
- Tutti assolti tranne Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina. Alla fine, l’unico colpevole del grande intrigo è un sicario di mafia che è ormai carne morta nei bracci del 41 bis. E con lui Antonino Cinà, il medico personale del capo dei capi, un altro della compagnia corleonese. Hanno minacciato e “trattato” da soli, fra di loro, dall’omicidio di Salvo Lima alle bombe ai Georgofili di Firenze.
- Marcello dell’Utri assolto. I generali dei carabinieri hanno dialogato con Cosa Nostra ma il fatto non è reato. L’appello ribalta la sentenza di primo grado ma non restituisce la complessità della storia di quegli anni.
Il processo stato-mafia assolve lo stato e condanna la mafia
23 settembre 2021 • 20:38Aggiornato, 25 settembre 2021 • 12:42