Il verdetto

Il processo stato-mafia assolve lo stato e condanna la mafia

 

  • Un verdetto di assoluzione che cancella un verdetto di condanna, il secondo grado che ribalta il primo e dice che la trattativa stato-mafia non è vicenda sostenibile in un’aula di giustizia.
  • Tutti assolti tranne Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina. Alla fine, l’unico colpevole del grande intrigo è un sicario di mafia che è ormai carne morta nei bracci del 41 bis. E con lui Antonino Cinà, il medico personale del capo dei capi, un altro della compagnia corleonese. Hanno minacciato e “trattato” da soli, fra di loro, dall’omicidio di Salvo Lima alle bombe ai Georgofili di Firenze.
  • Marcello dell’Utri assolto. I generali dei carabinieri hanno dialogato con Cosa Nostra ma il fatto non è reato. L’appello ribalta la sentenza di primo grado ma non restituisce la complessità della storia di quegli anni. 

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